La cronaca del 20 agosto 2025 racconta di un'altra serata buia per la Primavera della Salernitana. Abbiamo già raccontato in questo articolo come i giovani granata sono stati travolti dal Lecco con un perentorio 4-0 che ha del clamoroso. Ma questa sconfitta è solo l'ultimo capitolo di una storia ben più lunga: quella di un vivaio che doveva essere il fiore all'occhiello del progetto Iervolino e che invece si è trasformato in una grande delusione.

Le Promesse del 2022: quattro milioni per il rilancio

Era il settembre del 2022 quando Danilo Iervolino annunciava con orgoglio l'investimento di 4 milioni di euro per il rilancio del settore giovanile. Le parole del presidente risuonavano cariche di ambizione: un progetto affidato a Stefano Colantuono, ex allenatore chiamato a coordinare l'intero comparto giovanile. Presentazioni solenni, organigrammi dettagliati, staff tecnici di livello con nomi come Luca Fusco per la Primavera e Andrea Bovo come vice. L'impressione era quella di una società che finalmente guardava al futuro con serietà.

Parallelamente, arrivavano le promesse ancora più ambiziose: un moderno centro sportivo a Fuorni, su un terreno di circa 20 ettari in località Cupa Siglia. Una vera e propria cittadella dello sport che doveva ospitare tutte le squadre del vivaio, completa di club house e strutture all'avanguardia. Nel settembre 2023, Iervolino arrivò addirittura a dichiarare di aver "firmato un accordo preliminare" per l'acquisto del terreno, con lavori che dovevano partire entro la primavera del 2024.

La realtà dei fatti: un progetto fantasma

Ma dalle parole ai fatti, come spesso accade nel calcio italiano, il passo è stato troppo lungo. A distanza di tre anni, del famoso centro sportivo di Fuorni non c'è nemmeno l'ombra. L'accordo preliminare si è rivelato essere poco più che una dichiarazione d'intenti, i 20 ettari sono rimasti sulla carta e la "cittadella dello sport" è diventata l'ennesima promessa elettorale di una dirigenza abituata a vendere sogni senza mai realizzarli.

Il settore giovanile, privato delle strutture promesse, ha continuato a destreggiarsi tra campi in prestito e impianti di fortuna. Una situazione che inevitabilmente si riflette sui risultati: la sconfitta contro il Lecco non è un episodio isolato, ma il sintomo di un malessere più profondo che attraversa tutto l'ambiente giovanile granata.

Il confronto impietoso

La sfida di Coppa Italia Primavera del 21 agosto ha messo in evidenza le differenze abissali tra due approcci al calcio giovanile. Da una parte la Salernitana, con la sua Primavera guidata da mister De Santis che ha mostrato tutti i limiti di una preparazione affrettata e di un progetto tecnico confuso. Dall'altra il Lecco di Achille Mazzoleni, neopromosso ma già con le idee chiare, capace di dominare per 90 minuti con "compattezza, brillantezza e concretezza sotto porta".

I numeri parlano chiaro: quattro gol subiti, zero realizzati, una prestazione da dimenticare che certifica come il gap tra le promesse e la realtà sia diventato incolmabile. Mentre i giovani del Lecco, molti dei quali al debutto, hanno saputo interpretare alla perfezione i dettami tattici del loro allenatore, i granata sono apparsi smarriti e privi di identità.

La domanda che ogni tifoso della Salernitana si pone è lecita: che fine hanno fatto i quattro milioni promessi per il settore giovanile? Gli staff tecnici sono stati ingaggiati, è vero, ma con contratti spesso a tempo determinato e senza la continuità necessaria per costruire un progetto serio. Le strutture sono rimaste quelle di sempre, inadeguate per una società che ambiva a restare in Serie A. Il centro sportivo è rimasto un miraggio.

Il vivaio doveva essere la base per costruire il futuro del club, la garanzia di sostenibilità economica attraverso la valorizzazione dei giovani talenti. Invece si è trasformato nell'ennesimo capitolo di una gestione fatta di annunci roboanti e mancate realizzazioni.

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 21 agosto 2025 alle 15:00
Autore: Giovanni Santaniello
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