Poteva essere l'occasione quantomeno per salvaguardare la dignità sportiva, per salutare il proprio pubblico con una mesta retrocessione ma anche uno scatto d'orgoglio. I presupposti c'erano tutti: 16mila spettatori, scenografia da pelle d'oca, tifo incessante, storica rivale e una delle due squadre che la Salernitana è riuscita a battere in questo campionato troppo brutto per essere vero.

Certo, se la squadra ha fatto cilecca contro l'Empoli e a Cagliari (le ultime due chance per rientrare in gioco), potevamo mai aspettarci una prova gagliarda lunedì scorso? Tuttavia regalare 90 minuti al Verona, farsi prendere a pallonate da gente sconosciuta (Sabatini, visto come si fa?) e non fare nemmeno un fallo di frustrazione fotografa perfettamente una realtà triste, fatta di menefreghismo e zero attaccamento alla maglia.

Candreva ha provato a prendere parola sotto la curva, gli ultras hanno legittimamente rifiutato ogni forma di confronto. La risposta, da parte di tutti, andava data sul campo e non nel post partita. Le scuse non bastano da parte di atleti strapagati e che hanno avuto la fortuna di giocare all'Arechi e il privilegio di indossare la maglia granata. Sarà ricordato come il peggior gruppo di sempre, capace di essere spaccato da Rivisondoli fino all'ultima di campionato. Col Verona si poteva almeno ritrovare un minimo d'orgoglio.

Niente da fare. "Via tutti", ha ragione la curva. Al Bentegodi certo non avrebbero agevolato così la salvezza della Salernitana e di una squadra del Sud.

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 23 maggio 2024 alle 14:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
vedi letture
Print