L’ex centrocampista di Salernitana e Potenza Manuel Ricci è intervenuto a TuttoSalernitana, trasmissione in onda su SeiTv:
«Sono in Eccellenza con la squadra nata dalle ceneri della Spa, cerchiamo di riportarla dove merita. Il campionato però non è facile: ce la stiamo mettendo tutta per dare una gioia ai tifosi».

Ti piace questa Salernitana?

«La sto seguendo, sta facendo quello che deve fare, anche se le altre big stanno andando forte a differenza degli ultimi anni. Di solito 3-4 steccano, quest’anno invece il campionato è di altissimo livello. Salernitana, Catania e Benevento se la giocheranno fino alla fine, ma anche Cosenza, Monopoli e Crotone resteranno lì. Conosco il mister, sta cercando di dare un’impronta importante: i gol arrivano da più giocatori e questo può sopperire al fatto di non avere una punta da 20 gol, ed è una cosa importante».

Il Cosenza ha tanti giocatori della scorsa Serie B.

«Con i problemi che hanno forse qualche partita non stanno bene con la testa, ma è una squadra fortissima che se la giocherà fino alla fine».

Meglio fare punti anche giocando male o provare a proporre bel calcio?

«Soprattutto in C contano i punti. Il tifoso vuole le vittorie. Il bel gioco piace a tutti, ma il calcio non è più quello di una volta: non ci sono più squadre materasso, anche la più debole è forte tatticamente e ti mette in difficoltà. Contro la Salernitana poi danno tutti il 200%: giocare all’Arechi è un privilegio di pochi e diventa difficile fare bel calcio. La cosa migliore è la concretezza; una volta che indirizzi la gara, ben venga anche il bel gioco».

A Salerno eri penalizzato dal modulo?

«Giocavamo spesso 3-5-2. Giocare a Salerno da giovani non è facilissimo: venire qualche anno dopo avrebbe forse cambiato tutto. Però Salerno mi ha fatto diventare uomo dal punto di vista calcistico e la porto sempre nel cuore. Ogni giorno è stato bellissimo e ho avuto la fortuna di vincere Coppa e campionato. Va benissimo così».

Potevi fare una carriera migliore?

«Lo pensavo io e lo pensavano tante persone. Ho avuto brutti infortuni e situazioni negative nei momenti cruciali, quando dovevo fare il salto. Questo ha rallentato tutto. Però non guardo al passato: ringrazio per quello che ho avuto. Ho giocato in piazze importanti, anche se in C. A livello tecnico la C è difficilissima, ti fa crescere caratterialmente. In B sei a un passo dalla A e, se si allineano gli astri, ti cambia la carriera. Sono comunque orgoglioso di aver fatto parte della storia della Salernitana: non è da tutti».

Lotito e Mezzaroma hanno ricevuto i giusti meriti? Voi provenienti dalla Lazio avete pagato scetticismo?

«Io mi sono trovato benissimo con la città e con tutti: ho sentito affetto ogni giorno. Su Lotito e Mezzaroma, da fuori, posso dire che sono da apprezzare: hanno preso la squadra dal tribunale e l’hanno portata in Serie A. I tifosi devono dargliene atto: non è una cosa costruita in 40 anni, ma ottenuta in poco tempo, vincendo stagione dopo stagione. Lotito è un fenomeno a livello imprenditoriale: pensa anche ai suoi interessi, per il tifoso può essere strano, ma bisogna riconoscergli ciò che ha fatto».

Su Mario Somma e le dichiarazioni in tua difesa.

«Mi dispiace non abbia potuto vivere l’esperienza a Salerno, ci teneva tantissimo. Io sono andato d’accordo con tutti perché sono una persona vera. Non porto rancore: è stata una scelta».

Sul Potenza e sulla sfida di domenica.

«Potenza è un’altra piazza a cui sono legatissimo. Ci ho passato tre anni e mezzo, forse i più belli della mia carriera, con il rimpianto di non essere andato in B. Ha perso Caturano, che garantiva tanti gol: devono sopperire portando più giocatori a segnare. È il motivo principale della loro mancata continuità. Verranno comunque a giocarsi la partita».

Chi vince il Girone C?

«Mi auguro la Salernitana. Credo che se la giocherà fino alla fine».

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 20 novembre 2025 alle 21:00
Autore: Lorenzo Portanova
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Caporedattore dal 2023
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