Passano i mesi, ma la ferita è ancora aperta. Da un lato la critica nei confronti della società che, dopo la retrocessione dalla A, costrinse Petrachi a lavorare in condizioni non semplici badando anzitutto alle cessioni e al bilancio senza investire i 25 milioni di euro di paracadute per l'allestimento di una corazzata in grado di tornare subito in alto. Dall'altro chi non dimentica una serie di situazioni che hanno agevolato la salvezza della Sampdoria e del Frosinone condannando i granata. Pasquale Marino, intervistato da TuttoSalernitana, non ha digerito quanto accaduto tra maggio e giugno e ripercorre quelle settimane così difficili manifestando un sincero rammarico e un grande affetto per la piazza di Salerno:

"E' vero, non ci ho dormito la notte. Resta in eredità la sensazione di qualcosa che andava oltre la nostra volontà, quasi come se fossimo a cospetto di un destino già scritto. L'elenco è lungo: se avessero giocato Sassuolo-Frosinone quando dovevano, certamente il risultato sarebbe stato diverso da quello 0-1 che ci gelò a Cittadella. Lì provammo un sentimento di rassegnazione. Non voglio pensare alla malafede e mi rendo conto che un allenatore che non ha obiettivi possa avere meno stimoli nel preparare una gara, ma so che la mia Salernitana aveva fatto 12 punti ed erano sufficienti per salvarci senza spareggi.

Invece è accaduto di tutto: il caso Brescia, il rinvio del match col Frosinone 24 ore prima, allenamenti da preparare senza conoscere date e avversari, il calcio di rigore non fischiato a Soriano, i giocatori che non volevano rientrare in campo nella ripresa per dare un segnale forte. E non dimentico che, nel viaggio di ritorno da Marassi, c'era gente che vomitava o che sveniva in ambulanza e non ci concessero due giorni in più di recupero nonostante i medici fossero stati chiari. C'era di mezzo la salute dell'uomo, prima ancora che la preparazione di una gara. Ci hanno fatto aspettare 40 giorni prima di scendere in campo, cosa sarebbe cambiato attendere 48 ore in più?".

Marino prosegue: "Fu davvero difficile gestire un gruppo in quelle settimane così particolari, dopo Cittadella la squadra era carica come non l'avevo mai vista e furono venduti 30mila biglietti in 48 ore. Poi tutto rinviato, un VAR che per noi non funzionava, ma anche il mio no alla proposta di disertare il secondo tempo: se fai un gol si riapre tutto e so quanto l'Arechi possa fare la differenza quando c'è 

Sezione: Primo Piano / Data: Sab 08 novembre 2025 alle 18:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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Caporedattore dal 2024
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