L'esperienza e il carisma di Gianni Petrucci al servizio di una Salernitana che non ha più alibi e forse solo un’ultima occasione per provare a riprendersi, quella di sabato col Monza. Petrucci ha seguito l’allenamento di ieri mattina con l’ad Milan ed il collaboratore di Sabatini, Pietro Bergamini. "Salvarci sarebbe come vincere un’Olimpiade", dice il vice presidente del club campano. Un’espressione per nulla casuale per uno che di Olimpiadi da dirigente ne ha fatte tredici.

"Porto la mia esperienza, il mio entusiasmo e il piacere, perché mi sono innamorato di questa realtà. Ho parlato con l’allenatore e con i senatori, ho trovato una grande voglia di rivalsa. Il mister e i calciatori ce la metteranno tutta, come noi dirigenti. Come ci si salva? Vincendo, è l’unico modo. E si vince con il cuore, con l’anima e con tutto quello che sanno fare perché non sono giocatori scarsi".

E allora perché quella “non partita” con l’Inter? "Ogni gara è una storia a sé, bisogna dimenticare quella al Meazza. Non è possibile non crederci ancora e non è possibile con certi nomi essere ultimi in classifica. Per un giocatore una retrocessione non è mai una bella cosa da inserire nel curriculum. E questo vale anche per noi. Ci crediamo tutti, altrimenti non sarei qui e non ci avrei messo la faccia. Da dirigente ho vinto e ho perso. Ma se noi dirigenti ci crediamo, devono farlo anche i calciatori. Bisogna resettare e ripartire. Perché quella prestazione a San Siro? La società si dà una spiegazione, è ovvio, ma non può comunicarla per riservatezza e per la professionalità di tutti i componenti".

Sezione: Rassegna stampa / Data: Mer 21 febbraio 2024 alle 09:30 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Lorenzo Portanova
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