10, 100, 1000 Fabrizio Castori! Mentre in città alcuni pseudo tifosi continuano a dar peso alle parole al vento di sedicenti operatori dell'informazione che, per le figuracce collezionate a suon di fake news, dovrebbero avere la decenza di tacere, c'è un allenatore che incarna lo spirito e le emozioni dei veri supporters granata e che, in sala stampa, ha alzato la voce contro tutto e tutti. Finalmente, verrebbe da dire. Nel calderone c'è spazio per tanti protagonisti di questo pomeriggio che consegna agli archivi un Monza che ha preso un altro rigore inesistente, un Cittadella che pareggia in fuorigioco e una Salernitana che, dopo Rapuano, perde ancora una volta punti a causa delle giacchette nere. E chi parla di alibi aggrappandosi all'episodio di Reggio Calabria (unico favorevole negli ultimi lustri) non merita nemmeno di essere preso in considerazione. Nel mirino della Salernitana, comunque, sono finiti in tanti: le tv a pagamento che hanno rimarcato poco la svista di Sozza e dell'assistente, un Aglietti che si è lamentato per tutta la settimana e per l'intero primo tempo, i detrattori di professione che, pur di andare contro la proprietà, fanno fatica da applaudire un gruppo che staziona in zona promozione diretta da ottobre e che meriterebbe anche qualche striscione d'affetto e di sostegno. Oggi, però, funziona così. Chi inventa trattative inesistenti e oggi addirittura attacca Castori gode di una certa popolarità sul web, chi invece ama la Salernitana e cerca di tutelarla anche mediaticamente è additato come colluso. La verità è che un tempo c'era un senso d'appartenenza completamente diverso: sono cambiate le generazioni, sono cambiati i tempi, si preferisce facebook allo stadio e molte frustrazioni quotidiane vengono sfogate attraverso lo sport. 

Oggi la Salernitana ha disputato una buona partita. Chi l'ha vista non può dire il contrario. Ottimo approccio, due occasioni nitide, il vantaggio, la possibilità di raddoppio per Tutino, il colpo di testa di Djuric, la chance colossale per Casasola, il missile di Di Tacchio dalla distanza, mentre il Chievo ha approfittato dell'errore arbitrale su un cross sbagliato calciando in porta su azione soltanto all'85', quando Belec è stato strepitoso su Djordjevic evitando la beffa. Se un alieno scendesse sulla terra e respirasse il clima di Salerno, penserebbe che la squadra è ultima in classifica, non ha preso nessuno nel mercato,  è allenata da uno sprovveduto e ha una società che non ha speso nulla. Invece questa Salernitana, nella B più difficile degli ultimi 15 anni e con almeno 10 squadre che possono ambire al salto di categoria, ha collezionato 16 risultati positivi su 21, ha il miglior rendimento esterno, subisce pochi gol, è in alta classifica dalla prima giornata e, ad oggi, ha fatto meglio di Lecce, Frosinone, Cremonese e Spal e ha lo stesso rendimento di un Monza costato cinquanta volte di più e che oggi avrebbe meritato di perdere con l'Empoli. Se poi alla praticità, all'organizzazione e all'ottima applicazione collettiva in fase difensiva si preferisce il tiki taka nella propria area di rigore è un altro discorso. Ci sia più amore nei confronti di questo gruppo che, al netto dell'assenza del famoso centravanti da doppia cifra, ha valori tecnici e umani non indifferenti. Da soli, dopo un ritiro svolto tra solitudine e diffidenza, questi ragazzi hanno saputo onorare la maglia, la sudano ogni giorno e stanno consentendo ai veri tifosi di sognare la A dopo 24 anni. Un giorno capiremo come sia possibile che, in tempi di crisi e di pandemia, una grande Salernitana divida e non unisca...

Sezione: Editoriale / Data: Sab 06 febbraio 2021 alle 23:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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