Altro che "operazione zero abbonamenti". Ancora una volta si  è persa occasione per portare avanti una linea di pensiero univoca e utile a lanciare un messaggio chiaro alla società. Perchè se da un lato ci sono migliaia e migliaia di persone scontente dell'operato della proprietà e pronte a disertare per tutta la stagione, dall'altro c'è un dato che va in contrapposizione al clima di scetticismo e freddezza che si respira a Salerno. Città che un tempo era in grado di portare avanti una linea di pensiero unica e che coinvolgeva tutti e che ora, anche a causa di questi maledetti social, non riesce proprio a rendersi conto di essere stata "scippata" di un grande sogno chiamato serie A.

Quando mancano ancora alcuni giorni alla chiusura della campagna abbonamenti sono stati venduti quasi 4900 carnet. In pratica più della passata stagione in cadetteria. Certo, i prezzi sono stati vantaggiosi soprattutto per i vecchi abbonati, ma con società vincenti e che hanno dato davvero tanto alla piazza abbiamo assistito a diserzioni, proteste ed esposizione continua di striscioni dal contenuto non propriamente tenerissimo.

Come mai ora Salerno ha deciso di rispondere in massa, in quella categoria che grazie a Lotito, Mezzaroma e Fabiani apparteneva ad un passato remoto? Il dibattito sul web è aperto, le "fazioni" sono sostanzialmente due: chi ricorda che la maglia viene prima del presidente e che solo l'aiuto del pubblico può consentire di vincere il campionato e c'è chi ritiene che solo con un Arechi vuoto e incasso zero si sarebbe potuti arrivare ad un confronto col proprietario Danilo Iervolino. Insomma, alla fine non c'è stata nè una contestazione PACIFICA, nè la richiesta di un confronto pubblico con i vertici del club, nè un no massiccio alla sottoscrizione dell'abbonamento. E, anzi, il partito dei tifosi della Iervolitana si è ridestato dal torpore dopo aver letto l'intervista del patron.

Sarebbe cosa buona e giusta, visto che - citiamo testualmente - "non porto rancore" - che Iervolino ripensi alla sua scelta di non interagire con la stampa locale, accettando anche qualche domanda più scomoda di quella che ovviamente può fargli il suo addetto stampa in un podcast. "Non si può parlare poco e male ai giornalisti e ai tifosi" fu una delle prime frasi pronunciate in quella famosa conferenza di presentazione che, visti i fatti, pare appartenga alla preistoria e non al 2022. Perchè è vero che "ho investito per tenervi tre anni in A", ma è altrettanto vero che l'ha presa direttamente in A, a una cifra vantaggiosa, con bilanci ok, un buon parco giocatori, pioggia di milioni da DAZN, una salvezza a portata di mano e una tifoseria che lo ha accolto con i tappeti rossi ancor prima di vederlo all'opera. Ed è lì che c'è l'obbligo morale di riportarla. 

Sezione: Editoriale / Data: Mer 10 settembre 2025 alle 00:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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