Sarà pur vero che ogni società di calcio cerca di collaborare con il proprio allenatore mettendogli a disposizione elementi funzionali alle sue idee di gioco, ma troppo spesso ci si dimentica che il rispetto dei ruoli è un qualcosa di fondamentale. Ancor di più quando tattiche e strategie portano uno staff tecnico a bocciare questo o quell’elemento perché non adatto ad un certo tipo di modulo. L’esempio recente è quello di Francesco Orlando, girato in prestito alla Sambenedettese pur essendo stato uno degli artefici della salvezza sul campo nel doppio confronto con il Venezia. Nel 3-5-2 avrebbe trovato pochissimo spazio e, per lui, è stato meglio così, ma un allenatore aziendalista non dovrebbe disperdere un patrimonio tecnico ed economico di questo livello. Ventura ha carta bianca su tutto: lo ha detto Lotito in conferenza stampa (anticipando ai nostri microfoni che il direttore sportivo si sarebbe occupato d’altro), lo ha lasciato intendere il mister ieri mattina invocando pubblicamente almeno tre acquisti di qualità. La domanda, dunque,sorge spontanea: giusto agire così? Reduce da un’esperienza negativa con il Chievo e dalla clamorosa non qualificazione ai mondiali con la Nazionale, Ventura si sta assumendo grandi responsabilità: se da un lato è giusto modellare quel gruppo che conserva le scorie negative del passato, dall’altro ci sono giocatori che non possono essere messi in discussione e che dovrebbero rappresentare la base di partenza. Perché non ha voluto almeno valutare di persona le potenzialità di Schiavi, Rosina e Perticone?

Dov’è la verità sulla questione Casasola? Perché adattare due trequartisti/attaccanti come esterni senza modellare lo schema in base alle peculiarità dei giocatori a disposizione? Certamente, almeno sulla carta, Ventura è l’allenatore più prestigioso dell’era Lotito-Mezzaroma, un manager capace di reggere le pressioni della piazza, ma che dovrà dimostrare di non essere arrivato a fine carriera e senza motivazioni. L’esperienza dell’anno scorso insegna che non sempre seguire alla lettera le indicazioni dei tecnici sul mercato porta risultati. E se poi, malauguratamente, le cose andassero male si stravolgerebbe tutto a gennaio? La società faccia la società, la dirigenza faccia la dirigenza, l’allenatore faccia l’allenatore traendo il massimo dalla rosa a disposizione senza alibi e nel rispetto dei pochi calciatori che, in un biennio difficile, ci hanno messo faccia, impegno e qualità salvando il salvabile. Viceversa sarebbe il modo peggiore per gestire lo spogliatoio. Ha ragione Lotito quando dice che nomi e curriculum non servono per assicurarsi la vittoria. Vale per il mercato. Ma anche per chi guida la rosa...

Sezione: Editoriale / Data: Mer 31 luglio 2019 alle 13:00
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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