Cambio alla guida tecnica, questa volta forse al momento giusto. Dopo l'esperienza Davide Nicola, con un esonero prima annunciato e poi ritrato, per poi essere definitivo qualche settimana dopo, Iervolino pare abbia imparato la lezione: meglio prima che dopo. L'esonero di Sousa è forse arrivato al momento giusto, per tanti motivi, e vediamo perché.

Primo motivo, il momento della stagione: sono trascorse solo otto giornate di campionato, con ancora 30 da giocare, un campionato intero, insomma, per poter raddrizzare una stagione iniziata malissimo. Tempo per conoscere i calciatori, rodare gli schemi, alternare i piani tattici e valutare anche il da farsi sul mercato, tra uscite e new entry più consone all'idea di calcio del nuovo tecnico, cosa di cui non ha potuto godere ovviamente lo scorso anno Paulo Sousa. Secondo motivo la sosta: questa volta il nuovo allenatore si è insediato all'inizio della sosta, avendo a disposizioni circa due settimane per conoscere la squadra e la situazione mentale attuale, e non arrivare alla prima uscita stagionale "improvvisato" ma già consapevole di quanto ha a disposizione. Cosa non successa lo scorso anno quando Nicola poteva e forse doveva essere esonerato nella sosta mondiale, in modo da permettere a Sousa un mini-ritiro bis. Terzo motivo, la scelta di Inzaghi: tolto Tudor, il migliore tecnico libero in circolazione, Inzaghi rispondeva all’identikit perfetto per gestire questa squadra e traghettarla fino a fine campionato con una certa tranquillità, poichè la rosa a disposizione, con qualche ritocco necessario a Gennaio, sembra fatta su misura per il suo modulo e il suo tipo di gioco "non bello" ma efficace. Poco palleggio, che con Sousa era diventato eccessivo e sterile, molta solidità difensiva, che con il lusitano era mancata, e spinta sulle corsie esterne, sfruttando i vari Mazzocchi, Bradaric, Cabral e compagnia. Senza dimenticare il ruolo chiave che potrebbe avere Martegani nel nuovo centrocampo granata, uno che potrebbe giovare dell'avvicendamento in panchina cosi come Maggiore. 

Insomma, Iervolino sembra aver capito dagli errori della scorsa stagione, ma non del tutto. Un segnale forte sarebbe stato anche cambiare la guida tecnica societaria, sollevando dall'incarico di direttore sportivo Morgan De Sanctis, riconosciuto come uno degli artefici del mercato "non consono" alla paizza di Salerno di questa estate. Tutto questo sarebbe dovuto accadere in contemporanea con il licenziamento del mister, a meno che le scelte di mercato non siano state partorite proprio dal patron ed eseguite solo operativamente da De Sanctis: in quel caso le colpe sarebbero proprio di Iervolino e dunque non sarebbe stato giusto prendersela con l'ex portiere di Udinese e Napoli. In sostanza se il mercato è stato deciso dal patron, giusto continuare con De Sanctis, solo un operativo delle strategie di mercato della Salernitana. 

Iervolino impara dagli errori dunque, almeno in parte. Ma qualcosina ancora la deve imparare, come far seguire alle parole i fatti: alzare l'asticella vuol dire rinforzare sempre più la squadra e non indebolirla. E le conferme di Dia e Pirola, che come è stato detto dal patron in apertura di conferenza di presentazione di Inzaghi, sono il terzo capocannoniere del campionato e il capitano della Nazionale Italiana Under 21, sono un pò poco per chi vuole alzare l'asticella, se perdi gente del calibro di Vilhena, Bonazzoli e Piatek e li rimpiazzi con Legowski, Cabral e Ikwuemesi. Le conferme di Dia e Pirola, abbinate all'inserimento di calciatori di esperienza o comunque di prospetti internazionali, potevano essere definite come strategie per alzare l'asticella, ma da sole non bastano. Speriamo che il patron abbiamo imparato anche questo in vista del prossimo mercato. 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 19 ottobre 2023 alle 00:00
Autore: Roberto Sarrocco
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