Tre sconfitte su quattro (una in uno scontro diretto fondamentale come quello con l'Empoli, con tanto di 0-3 dopo 12 minuti), nove gol subiti e una classifica che vede alcune delle antagoniste allontanarsi e non di poco. Ed è inutile continuare con questa cantilena del "campionato nel campionato" e delle gare sulla carta proibitive: il Venezia ha battuto Fiorentina e Roma, il Cagliari ha pareggiato all'Olimpico con la Lazio, l'Empoli ha espugnato il campo della Juventus e solo la Salernitana, pur disputando delle buone partite, resta a bocca asciutta con le big. Tornando all'incipit, è palese che il cambio di guida tecnica non abbia sortito, numeri alla mano, gli effetti sperati. Colantuono sta lavorando con una rosa ridotta, non ha avuto un calendario semplice e anche la dea bendata s'è scordata del cavalluccio marino, ma quanto auspicato da Marchetti in quel famoso comunicato non si è verificato. Questa squadra appare leggermente più propositiva, ma cercare il palleggio dal basso sul campo della Lazio e con gente con tanti limiti tecnici è apparso un azzardo. Soprattutto perchè giocatori come Belec, Gyomber e Schiavone continuano a sbagliare ma trovano spazio, mentre altri vengono relegati in panchina o addirittura rischiano di finire fuori lista pur senza aver mai avuto l'opportunità di giocare nel loro ruolo naturale.

L'emblema del momento è Simy, calciatore sopravvalutato e che l'anno scorso ha segnato la metà dei gol su calcio di rigore. Basta con questa tiritera del "però aveva Messias alle spalle": qui c'è Ribery, non l'ultimo arrivato, ma il possente centravanti sbaglia anche gli stop elementari. Non va bene. Ci pensasse bene, la nuova società, prima di spendere sei milioni a gennaio per riscattarlo: a questo punto si poteva trattenere, per la stessa cifra, un elemento motivato come Tutino o comunque pescare di meglio sul mercato. Il ds Fabiani, certo, ha fatto il suo prendendo uno dei bomber della passata stagione e nessuno si poteva aspettare questo flop. Ma ormai il tempo è scaduto, la Salernitana non può permettersi di aspettare nessuno: o Simy si sveglia o sarà meglio per tutti cambiare aria. Così come restiamo convinti che un avvicendamento tra i pali sarebbe necessario.

Chiudiamo con una riflessione. Erano in 5500 all'Olimpico, a cantare a più non posso anche e soprattutto sullo 0-3. Nessuno in Italia, in trasferta, garantisce questi numeri. Lotito, che ascolta i cori contando un incasso interessante, avrebbe potuto prendere le distanze dal becero gesto di alcuni teppisti travestiti da tifosi che hanno ben pensato di aggredire i salernitani con coltelli e - pare - lanci di oggetti d'ogni genere. Fosse accaduto a Salerno, Napoli, Catania o Palermo ne avrebbe parlato l'intera Italia, tutto invece è passato sotto traccia. E così non va bene. Il popolo granata, ad oggi, è il migliore del campionato di serie A e merita rispetto, considerazione e...una nuova società che investa e ricambi questo smisurato sentimento d'amore.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 08 novembre 2021 alle 00:56
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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