Prima di iniziare questo editoriale mi preme fare una doverosa premessa. Sono un grande estimatore di Davide Nicola e sono grato a lui come tutta la piazza di Salerno per il piccolo grande miracolo dello scorso anno. Di Nicola stimo la professionalità, l'intelligenza, la capacità dialettica e perchè no filosofica, la sua "rabbia" agonistica, insomma Davide Nicola uomo e professionista. Nelle ultime giornate però qualche dubbio o meglio, qualche perplessità, mi sobbalza su e giù per la testa. Davide Nicola, uomo di grande astuzia e sagacia, come fa a non rendersi conto dell'involuzione tecnico-tattica della squadra? La gara con l'Empoli ha dato i primi segnali, stroncati dalla grande prestazione di Torino; la gara con il Lecce ha confermato i passi indietro, ma potevano essere agganciati alle tante energie, nervose e fisiche, esaurite nelle settimane precedenti, anche per via del tour de force del turno infrasettimanale. Ma Sassuolo e Verona sono la conferma di quanto visto nelle ultime uscite: una squadra lenta, prevedibile, poco aggressiva e soprattutto senza cattiveria. Quella cattiveria che al mister in panchina non manca mai, dal riscaldamento al fischio finale.

Colpa del modulo o degli interpreti? Merito dei avversari o demerito di Nicola? Chi può dirlo con certezza, sicuramente non noi che possiamo solo azzardare qualche ipotesi. La prima è proprio il modulo: un 352 sul quale il tecnico crede tanto ma che sembra non vestire bene sui calciatori granata, con tanti pezzi sottodimensionati e forse anche un po' sprecati. A Mazzocchi è andata bene, a Candreva molto meno: tra età che avanza e scelte tattiche l'ex Samp non è mai riuscito ad ingranare a dovere, regalando solo sprazzi legati più che altro all'esperienza ed alle doti tecniche. Maggiore poiz adattato a play basso e tappato nel suo cavallo di battaglia, ovvero gli inserimenti senza palla. Vilhena, la cui vena difensiva e di interdizione non è certamente la sua caratteristica più apprezzata. Tre nomi, per dirla in breve, di una forzatura tecnico-tattico ormai sempre più evidente.

Merito degli avversari? Ni. Abbiamo incontrato buone squadre, questo si, ma nessuna è sembrata inaffidabile e nona portata dei granata, Roma a parte data la squadra granata incompleta. Demerito di Nicola? Fin qui no, o almeno non del tutto. Il tecnico è lui ed è padrone delle sue scelte e del suo destino. Noi ci fidiamo e lo sosteniamo, glielo dobbiamo, ma perseverare nell'errore è ben più grave dell'errore in sé. Quindi mister, sei ancora in tempo, dai uno scossone a tutto e regalarci altre serate come quella con la Samp o cona Juventus. 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 13 ottobre 2022 alle 00:00
Autore: Roberto Sarrocco
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