Si stava meglio quando si stava peggio? Perchè, in fondo, l'unica cosa che è cambiata rispetto al recente passato è l'atteggiamento della piazza rispetto a situazioni che, dal 2011 al 2021, non venivano "perdonate" al netto della striscia record di 4 campionati vinti in 10 anni e del passaggio dalla D alla A in un clima di contestazione e senza un minimo di riconoscenza. Non ce ne voglia Iervolino, al quale abbiamo tributato applausi quando necessario, ma oggi stiamo assistendo a un qualcosa che ci riporta tristemente indietro nel tempo. La Salernitana è virtualmente retrocessa da febbraio, ha disputato il peggior campionato della sua storia e, a 30 giorni dalla partenza per il ritiro, non abbiamo direttore sportivo, allenatore e primi acquisti.

Anzi, c'è addirittura la possibilità di ritrovarsi con un fondo senza riferimenti precisi al posto di un presidente che, disattese quasi tutte le promesse e chiusi i cordoni della borsa da tempo, pare deciso a disimpegnarsi sottovalutando quanto Salerno potrebbe ancora dargli se solo si lanciasse un minimo segnale. Poteva essere Petrachi (magari lo sarà), ma è ovvio che un dirigente top per la categoria chieda garanzie su budget, obiettivi e interlocutori. Ad oggi mancano tutti questi parametri. Perchè si parla di sostenibilità e "prima cedere", di "serie A in 2-3 anni" e non nell'immediato e di un passaggio di quote a un fondo che, storia alla mano, si è accostato ad altre squadre in passato senza mai riuscire a chiudere una sola operazione. Non sappiamo come andrà a fine, di certo ritrovarsi a parlare di due diligence, notai, avvocati, bilanci e vendita appena due anni e mezzo dopo l'avvento di Iervolino certifica il flop di un progetto rimasto soltanto virtuale, basato su tante buone intenzioni ma diventato ben presto fumo negli occhi.

Tutto nel silenzio di una piazza che pare abbia abdicato al suo ruolo dimenticando che una contestazione civile ma intelligente può essere talvolta più efficace della coreografia che fa applaudire gli appassionati, ma che ad oggi ha lasciato indifferente un club che prometteva dialogo costante. Il famoso sinallagma. L'unico vantaggio ereditato dallo sciagurato campionato scorso era quello di poter programmare in largo anticipo, invece stiamo assistendo a uno spettacolo non all'altezza della passione della gente. Certo, se poi qualcuno continua a fornire alibi alla società per un tornaconto personale o, per altro, il massimo dell'argomentazione è riproporre il tormentone dei romani, c'è poco da fare. Sosteniamo fortemente che dovrebbero essere loro ad andare a mare. Magari restandoci. Perchè hanno fatto danni a ripetizione e non si sono ancora nascosti dalla vergogna.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 07 giugno 2024 alle 00:01
Autore: Maurizio Grillo
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