Si può dire che la Salernitana abbia finalmente interrotto la lunga striscia di sconfitte e che sia tornata a segnare a distanza di diverse settimane. Si può aggiungere che è stato allontanato il rischio di andare a Genova da ultimi in classifica, cosa che avrebbe pesato tanto sul morale della squadra. Tuttavia è impossibile archiviare con soddisfazione il 2-2 di ieri, pur acciuffato per i capelli a pochi minuti dalla fine. Il cambio di guida tecnica, la contestazione degli ultras e le parole del presidente Iervolino avrebbero dovuto sortire un effetto diverso, quella famosa "scossa" che non abbiamo visto. 20 minuti discreti, qualche sovrapposizione degli esterni, ma il primo tiro in porta è arrivato all'86'. Contro un modesto Cagliari, davanti a 18mila spettatori che hanno spinto alla grande e in uno scontro diretto di vitale importanza è davvero troppo, troppo poco.

E' vero, lo svantaggio è frutto di un errore individuale e al 96' c'è stata addirittura l'occasione per vincerla. Tuttavia abbiamo visto una Salernitana senza idee, abulica, confusionaria, con calciatori fuori ruolo o gente di talento che giocava troppo lontana dalla porta. Candreva, ad esempio, sembrava tornato ai tempi di Nicola, lo stesso Dia era stato del tutto anonimo e inefficace fino alla rete del provvisorio 1-1. E se poi si parte dal centrocampo a tre ma si rinuncia al regista esponendo a qualche brutta figura anche un totem come Coulibaly, allora c'è poco altro da aggiungere. Un punto che sa di minestra riscaldata, non vincerne nemmeno una in casa tra Udinese, Frosinone, Torino e Cagliari è qualcosa che, alla lunga, si rischia di pagare a caro prezzo. Continuiamo a vedere un gruppo sfilacciato, a tratti nervoso, che non scalda i cuori della gente e che, numeri alla mano, sta facendo addirittura peggio della Salernitana del trust. Bistrattata, allestita tra mille difficoltà ma battagliera e dignitosissima, al netto di conclamati limiti tecnici.

A Iervolino il compito di invertire la rotta. Quando si dice che il presidente attende la retrocessione per incassare il paracadute si afferma il falso. Una ipotesi talmente stupida da risultare quasi comica. Un imprenditore di successo, che in due anni e mezzo ha investito a Salerno quasi 70 milioni, può farsi ammaliare da 25 milioni di euro sapendo, però, che gli incassi si dimezzerebbero e che dovrebbe svendere i pezzi pregiati? Sussiste però il rischio di vivere un Instant Team-bis. A gennaio questa squadra ha bisogno di almeno 4 rinforzi, altrimenti nessun cambio di allenatore sortirà gli effetti sperati. Il Mazzocchi visto nel primo tempo, il sacrificio di Maggiore in fase difensiva, la doppietta di Dia e la buona prova di Fazio sono elementi che non possono passare inosservati. Ma questa squadra, che ancora non è diventata gruppo, va puntellata in tutti i reparti. La serie A, per tutti, è patrimonio troppo importante. Perderlo dopo la magica notte del 22 maggio 2022 o dopo la straordinaria cavalcata nel trimestre febbraio-maggio 2023 sarebbe un peccato. 

Comunque chiudiamo guardando il bicchiere mezzo pieno: la reazione. Il gol di Viola post pareggio di Dia avrebbe mandato ko chiunque, invece la Salernitana ha segnato il 2-2 e ha avuto addirittura l'occasione per vincerla dimostrando che non voleva accontentarsi. Ecco, l'approccio alla partita e quel finale all'arrembaggio e con una formazione a trazione anteriore hanno ridato entusiasmo e carica anche al pubblico. Alla lunga, con le doppie sedute e un gruppo al completo, si crescerà anche dal punto di vista atletico. A volte basta una scintilla per cambiare la stagione, in fondo mancano ancora 29 partite.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 23 ottobre 2023 alle 00:00
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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