Società, squadra e pubblico per arrivare all'obiettivo finale. C'è da capire solo quando osare e quando accontentarsi

La sosta ci voleva, per riprendere la corsa, dopo lo stop casalingo con il Lecce. Gustandosi magari Pasqualino Mazzocchi in Nazionale. Mancini dopo averlo convocato lo ha prima spedito in tribuna preferendo giocatori che non hanno giocato nemmeno un minuto con le rispettive squadre di club (fortunatamente poi lo ha fatto esordire nella seconda sfida, quella contro l'Ungheria). Questione di scelte e di programmazione per il futuro che vede la Salernitana al centro di un progetto ambizioso, ma quello del campionato italiano dove la salvezza quest’anno deve essere un obiettivo alla portata degli investimenti fatti dal presidente Iervolino. La società forte alle spalle c’è, la squadra pure, il pubblico va a completare quel trinomio inscindibile per arrivare fino in fondo ad una stagione dove ci sono altri club messi male. Vedi la Sampdoria o il Bologna hanno problemi non solo societari ma anche tecnici. Monza e Cremonese neopromosse, francamente, non hanno organici superiori alla Salernitana; cosi come Verona ed Empoli. Il Sassuolo arriva al momento giusto per testare le reali potenzialità della Salernitana che sfiora l’impresa a Torino e poi buca clamorosamente l’occasione casalinga contro il Lecce. Una sorta di dottor Jeckyll e mister Hyde che deve trovare l’identità giusta per portare a casa più punti possibili fino alla sosta per il mondiale. In cascina ne mancano almeno tre, due con la Juventus e uno con il Lecce. L’attacco granata è di assoluto valore e certamente tra i migliori delle squadre in lotta per non retrocedere e non solo. C’è vasta scelta, da Bonazzoli a Piatek, passando per Dia, Ribery, poi Botheim e il jolly Valencia. Bisogna registrare qualcosa in difesa, ma anche il centrocampo è di ottima qualità oltre che quantità. Bisogna solo che Nicola si renda conto di avere una squadra molto più forte dello scorso anno capace di conquistare una salvezza più che tranquilla osando quando c’è da osare e accontentandosi quando c’è da accontentarsi.