Abbiamo sempre detto, e ne siamo fortemente convinti, che fare paragoni con il passato sia completamente inutile. Ogni era societaria, ogni partita e ogni campionato hanno lasciato in eredità storie, opinioni e momenti che sono riposti nel cassetti dei ricordi e che, comunque, fanno parte della gloriosa storia della Salernitana. In questo caso, però, la digressione è necessaria non tanto per riaprire solite e vecchie discussioni, ma per ribadire a noi stessi quanto sia bello ciò che stiamo vivendo da qualche settimana a questa parte. Un anno fa, di questi tempi, la classifica vedeva la Salernitana mestamente ultima a zero punti, con 12 reti subite e l'evento agonistico che passava in secondo piano rispetto alle vicende societarie che non consentirono a nessuno di godersi una gioia così grande come il ritorno in massima serie a distanza di 23 anni. Colpe, colpevoli, vittime e motivazioni sono state per troppo tempo oggetti di analisi e spaccature, ragion per cui torniamo al discorso originario: è il passato, per fortuna, e si deve guardare avanti. Ma il passaggio dai trustee a Iervolino, dall'autofinanziamento a 44 milioni di euro investiti sul mercato, dal tifoso escluso da tutto a una inclusione totale, da un modus operandi legato a filo doppio alla Lazio a 15 giocatori di proprietà è un qualcosa di assolutamente straordinario. Restare con i piedi per terra è obbligatorio, sia chiaro, ma guai a nascondere le ambizioni. Questa Salernitana, per organico, società, allenatore, dirigenza e tifoseria, è proiettata alla zona sinistra della classifica, sarà osso duro per tutti per tanti e tanti anni e si appresta a consolidarsi in quella categoria che ha inseguito a lungo, da cui fu scacciata due volte per colpe non proprie e che l'anno scorso Lotito e Gravina provarono a cancellare per portare avanti le loro battaglie personali. Sia chiaro: guai a recarsi allo stadio domani pensando che contro l'Empoli sia una passeggiata e che si vincerà a mani basse. Quanto prima bisogna fare 36 punti, salvarsi e poi...divertirsi. Ma leggere la lista dei convocati dà a tutti una sensazione di forza, ancor di più se si pensa che la colonna della difesa e il faro del centrocampo sono ancora out per infortunio.

Sentir parlare ieri il direttore sportivo ha consentito a tutti di entrare in una dimensione nuova, fatta di programmazione, investimenti e prospettive a medio-lungo termine in cui si cura ogni dettaglio. Neanche il tempo di archiviare una sessione di mercato inizialmente a rilento e successivamente esaltante che De Sanctis e i suoi collaboratori stanno già monitorando talenti in Italia e all'estero da aggiungere progressivamente all'organico. Per patrimonializzare, innalzare il tasso tecnico, ammortizzare eventuali partenze eccellenti e non gravare sulle casse societarie. "Non posso mica chiedere al presidente di spendere 40 milioni in ogni sessione di mercato? La base l'abbiamo formata, ogni tanto prenderemo il "Candreva di turno", ma è mio compito individuare giocatori di livello, giovanissimi, che rendano grande la Salernitana". Chapeau! E se pensiamo che a breve ci sarà una conferenza stampa in cui si parlerà di settore giovanile, marketing e strutture (cosa mai accaduta nei decenni precedenti) e che al fianco di Iervolino ci sono professionalità di altissimo livello come Milan, Fimmanò e altri professionisti che lavorano nell'ombra, possiamo dire con certezza che è iniziata una nuova era che, ora, va favorita dall'aiuto fondamentale di tutte le componenti.

12mila in coppa Italia, 20000 con Roma e Sampdoria, 18000 con l'Empoli. Erano in mille a Udine e in tremila a Bologna. I tifosi ci sono. Non è una novità. E loro fanno la differenza. Necessario garantire stessi numeri e medesimo entusiasmo anche e soprattutto quando ci saranno momenti negativi che, in A, vanno messi in preventivo. "Ognuno può essere incisivo e dare un grosso contributo, da chi canta sugli spalti al tifoso che ci dà un consiglio per strada o tramite messaggi privati" disse Milan una decina di giorni fa, nel corso di un evento di altissimo spessore tenutosi a Capaccio e snobbato da parte della stampa. Ecco, il salto di qualità dell'ambiente parte proprio da questo. Dall'azzerare lotte interne tra giornalisti ormai stucchevoli agli occhi della gente.  Dalla formazione di un corpo unico in cui si spinga in una sola direzione per il bene della Salernitana senza tacere rispetto a cose fatte bene "perchè fatte dalla concorrenza". Da una collaborazione tra ogni componente. Dall'isolamento delle pagine facebook anonime che vivono di click, destabilizzano e diffamano di professione con la vigliaccheria dell'anonimato e la riproposizione in malafede di tormentoni preistorici. Dall'amministrazione comunale che, senza se e senza ma, deve appoggiare il più grande progetto sportivo di sempre garantendo al club la gestione dello stadio nel più breve tempo possibile per non bissare quanto accaduto con le gestioni precedenti spesso per vedute politiche diverse rispetto all'attuale Governatore. Uno molto attento al Napoli, al suo stadio e alla tifoseria azzurra ma che, da qualche anno a questa parte, la passerella la fa solo il 19 giugno o sotto elezioni. Iervolino è forse l'ultima, vera occasione per una crescita collettiva, per vedere la Salernitana e la città di Salerno a livelli che, fino al 31 dicembre alle 23:59, potevamo soltanto sognare. Che si sia tutti all'altezza della società, della serie A e di un percorso in cui non ci si porrà limiti. 

Sezione: Editoriale / Data: Lun 05 settembre 2022 alle 00:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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