È una soleggiata mattina di un febbraio più caldo del normale a Salerno, non solo meteorologicamente parlando. Il 15 febbraio 2023 Paulo Sousa sbarca a Salerno e corre a dirigere il primo allenamento, per poi firmare il contratto ed essere ufficializzato come nuovo tecnico della Salernitana di Iervolino. Il portoghese viene subito immaginato nelle vesti del salvatore della patria granata ed effettivamente lo diverrà a pieno titolo, tirando fuori il cavalluccio marino dalle paludi della zona pericolosa della classifica e scongiurando lo spettro della retrocessione in serie cadetta. Subentrare su un cavallo in corsa non è notoriamente operazione semplice, specie se un puledro di razza sembra improvvisamente essere divenuto un brocco ricurvo sotto il peso delle responsabilità. Il mister lusitano riesce a tempo record ad imprimere una svolta marcata alla stagione della Salernitana e a quella di diversi suoi calciatori. Marchio di fabbrica del nuovo corso targato Sousa sono da subito un atteggiamento propositivo, fiero e coraggioso in campo, tale da conferire una identità precisa alla sua squadra e da spazzare via paure e insicurezze di un gruppo che, nelle ultime uscite della gestione Nicola, pareva spaurito ed in balia di qualsiasi avversario. Un mantra sarebbe rappresentato dal baricentro spostato in avanti per operare una aggressione alta rivolta al recupero del pallone, sia qualora se ne sia appena perso il possesso, sia laddove si trattasse di pressare la prima costruzione avversaria. Un pressing di squadra e non una pressione individuale, non esasperato al punto da divenire sistemico, bensì gestito con intelligenza ed attuato nei momenti giusti dei vari match, onde risparmiare energie preziose. Una impostazione di squadra rivolta ad esaltare la coralità della manovra e la compattezza dell'impianto, per arrivare a gestire i ritmi della partita, alzandoli ed abbassandoli a seconda delle necessità contingenti. Sousa ha puntato e sta puntando su un team in grado di restare in partita nei momenti difficili, pronto a leggere lo sviluppo della contesa e cambiare pelle allorquando se ne creassero le giuste condizioni. Un percorso di maturità che ha comportato qualche difficoltà attuativa o passaggio a vuoto, ma che ha evidenziato segni di crescita importanti e che abbisogna di ulteriori miglioramenti in questa attuale stagione sportiva. La pecca dello scorso campionato sarebbe stata rappresentata da qualche rimonta di troppo subita e da qualche gestione imperfetta delle fasi finali di incontri in cui erano i granata a condurre. La pareggite di cui la Bersagliera ha sofferto sarebbe stata figlia della paura di vincere e di crescere, sebbene molti di questi pareggi siano molto simili a vittorie, per la loro importanza in ottica classifica e per il valore intrinseco delle squadre contrapposte. Attenzione, però, ad un aspetto non considerato per quanto invece merita: mister Sousa dal primo giorno ha iniziato a lavorare sulla testa dei suoi ragazzi, inculcando concetti all'apparenza banali, ma nella realtà smarriti dai granata dell'ultimo Nicola, come compattezza, sostegno reciproco, dedizione in ogni allenamento e soprattutto prevalenza degli interessi collettivi su quelli individuali. Con Sousa si finirebbe fuori dal progetto se non ci si allinea prima all'esterno del campo che sul rettangolo verde, così e' stato per Sepe e Bonazzoli, così pare proprio che sia per il tunisino Bronn. Dell'uomo di Viseu va apprezzato in via preventiva il carattere ed il temperamento, un agire schietto che non contempla favoritismi o preconcetti ma concede chance a tutti di meritarsi il posto in squadra. Un metodo di gestione apprezzato dal gruppo, che lo dimostra ogni qual volta che scende in campo. Le conferenze stampa dell'allenatore dove questi faceva riferimento alla necessità di innesti in rosa costituiscono segnale di attaccamento alla società e alla piazza, con la quale il trainer dimostra di volere un rapporto franco e di rispetto, senza indulgere a dichiarazioni di comodo o a forme di piaggeria nei confronti di chi paga lo stipendio. L'ex regista della Juventus scudettata è uomo a volte duro, ma giusto ed equilibrato, con tanta esperienza e capacità di guidare un gruppo verso il raggiungimento del proprio obiettivo, cercando di alzare l'asticella tramite il lavoro quotidiano. Mister Paulo Sousa ama il gioco offensivo, senza sacrificare mai l'equilibrio di squadra e apprezza le giocate di qualità e creatività negli ultimi trenta metri, lasciando piuttosto liberi i calciatori di esprimere le proprie doti tecniche ed il proprio talento. Con l'ex allenatore della Fiorentina i giocatori dai piedi buoni e dotati di intelligenza calcistica crescono a dismisura, tornando ad incidere e a divertirsi, come nel caso della seconda giovinezza di Antonio Candreva. La richiesta reiterata di acquistare attaccanti esterni andrebbe interpretata come la migliore riprova della volontà del tecnico salernitano di proporre un gioco più offensivo e spettacolare, più vicino al suo modo di concepire il calcio ma non per questo meno concreto. Jovane Cabral potrebbe essere il prototipo del calciatore ideale per il lusitano, così come potrebbe consentire molte varianti tattiche offensive il tesseramento del gioiellino Martegani dal San Lorenzo. La sensazione, gratificante e rasserenante, sarebbe che il presidente ed il direttore sportivo siano tornati in perfetta sintonia con il loro condottiero della panchina, dopo la breve ma intensa burrasca estiva. Una sinergia determinante per le fortune della Bersagliera, che sembra testimoniata dalle ultime mosse di mercato dei granata di Iervolino. La apparente presa di distanza sui nuovi acquisti Trivante Stewart e Ikwuemezi in realtà non sarebbe tale, dal momento che alla sincera dichiarazione di non conoscerli avrebbe fatto seguito la manifestazione dell'intento di allenarli e migliorarli, traendone soddisfazione. Chiosa finale sugli ultimi giorni di mercato: il presidente Iervolino, in sede di commento del pareggio di Roma, avrebbe lasciato aperta la porta a possibile nuovi arrivi qualora dovessero esserci uscite dell'ultima ora. In difesa sarebbe in bilico la posizione di Fazio, a centrocampo rischierebbe qualcosa Maggiore, sebbene elogiato e stimolato dallo staff tecnico, mentre in attacco potrebbe partire in extremis Botheim, che tuttora non avrebbe convinto appieno. La speranza di tutto l'ambiente salernitano sarebbe rivolta ad un colpaccio finale di mercato di Iervolino, un nome finora mai ipotizzato ed in grado di alzare il livello della Salernitana. Una mossa degna del primo Iervolino, un presidente appassionato e pronto a non lesinare spese per la propria amata creatura, un'operazione per la quale ci piace pensare si siano risparmiate risorse per metterle sul campo in extremis e cogliere la classica occasione irrinunciabile. Chi vivrà vedrà, fermo restando che, comunque vada, ci sarà da tributare un grosso applauso ad una società solida, seria ed affidabile per un progetto a lungo termine sulla piazza di Salerno.
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