Costil, Legowski, Martegani, Stewart, Ikwuemesi, Cabral. Non saranno i sette acquisti d'esperienza e di spessore richiesti da Sousa nè i nomi che possono infiammare la piazza, ma nemmeno gli ultimi arrivati. Il mercato della Salernitana, che si è colpevolmente sbloccato solo in concomitanza con la prima uscita ufficiale della stagione come accadeva ai tempi di società ben più contestate o molto meno ricche, ha regalato ai tifosi scommesse, giocatori a sorpresa e gente a caccia di riscatto e che spera di poter esplodere definitivamente grazie alla sapiente guida di colui che resta, al pari di Candreva e di pochi altri, il vero insostituibile della Salernitana: Paulo Sousa.

E' vero che a giugno è andato a parlare in gran segreto con i rivali del Napoli, è vero che a volte in conferenza stampa non è tenero nè simpaticissimo, ma di mestiere fa l'allenatore e va giudicato per quello. L'anno scorso ha trasformato una squadra normale in una corazzata quasi imbattibile, ha ricostruito le macerie lasciate in eredità dalla gestione Nicola e da un mercato invernale tutt'altro che incisivo e ci ha fatto vivere un girone di ritorno fantastico, tra i migliori della storia (ricordate Dia all'84'?). A Roma, quest'anno, si è ritrovato, di fatto, senza riserve, con titolari che erano partenti fino a pochi giorni prima e con giocatori che non hanno svolto parte del ritiro eppure la Salernitana, sofferente quanto volete e forse un pizzico fortunata, ha pareggiato 2-2 conducendo fino a 5 minuti dalla fine. Fidiamoci di Sousa e trasformiamo il rammarico per non avergli consegnato un organico completo in ritiro in sostegno incondizionato, magari mettendogli a disposizione un paio di tasselli d'esperienza, che già conoscano il campionato e che non siano solo sconosciuti a prezzo basso scovati con un algoritmo. Tornando alla gara di Roma, non ci sono più aggettivi per definire Antonio Candreva. Da Nazionale, senza se e senza ma. Nel giorno in cui però Bonazzoli segna e regala tre punti al Verona, occorrono due riflessioni. Anzitutto in attacco bisognerebbe prendere un giocatore di spessore. Dia salterà il primo mese e mezzo del girone di ritorno, Botheim ad oggi è inadeguato alla categoria e non vede la porta, gli altri due sono scommesse e Valencia è fuori rosa. Non si faccia l'errore dell'anno scorso, quando il buon Boulayè era l'unico a entrare nel tabellino dei marcatori tra i componenti del reparto offensivo.

Poi l'aspetto più importante: questi frequenti, costanti e maledetti gol presi da palla inattiva. Ochoa esce poco e questo è assodato, a maggior ragione servirebbe un centrale fisicamente forte, abile nel gioco aereo, che compensi anche i limiti di Lovato, Fazio e Pirola che, sotto questo punto di vista, devono crescere tanto. Saremo anche ripetitivi, ma una squadra che prende 140 gol in due anni non possa prescindere da un grosso investimento nel pacchetto arretrato. Iervolino sarà disponibile? De Sanctis, bravo operatore di mercato, farà questo colpo o si affiderà alla crescita dei giovani in rosa pur sapendo che Bronn è stato bocciato dal mister e che Fazio è a fine carriera? Ad ogni modo tra pochi giorni si gioca e le polemiche vanno messe in secondo piano. E' vero che la rimonta dell'anno scorso ci ha regalato forti emozioni, ma quel 4-0 con tanto di balletto di Pereyra sotto la Sud e entrate nelle caviglie dei nostri proprio non ci scende. E allora lasciamoli a zero punti, battiamo l'Udinese e sosteniamo la Salernitana. Perchè l'Arechi, quando vuole, è davvero il dodicesimo uomo.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 26 agosto 2023 alle 00:01
Autore: Maurizio Grillo
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