Passano le settimane, si delineano le strategie ma il nostro umile pensiero non cambia: certamente la Salernitana ha bisogno di un bomber per capitalizzare il gioco aggressivo e propositivo del bravo Nicola, ma investire tutto sul centravanti da doppia cifra può essere un rischio quando, in rosa, mancano almeno altri sei tasselli negli altri settori. Un errore piuttosto diffuso è quello di valutare le potenzialità della squadra soltanto in base all'undici titolare ma l'esempio della passata stagione dovrebbe essere ben impresso nella mente di tutti i tifosi e degli addetti ai lavori. Belec, Zortea, Stranderg, Gyomber, Ranieri; M.Coulibalu, L.Coulibaly, Kastanos; Ribery, Djuric, Bonazzoli. Anche l'anno scorso, pur con trust, trustee, amministratori e senza soldi, l'undici di base era teoricamente all'altezza di giocarsela con le dirette concorrenti e non era certo un'armata Brancaleone da 0-4 ogni partita come certificato dalle ottime performance contro Bologna, Sassuolo, Napoli e Atalanta.

Il problema si poneva al momento dei cambi, quando - non ce ne voglia nessuno - le alternative si chiamavano Schiavone, Di Tacchio, Gondo, Kechrida, Obi, Gagliolo e Delli Carri. Lo stesso rischio non va corso quest'anno, soprattutto perchè si giocherà ogni tre giorni, ci sono gli infortuni dietro l'angolo (e Lovato salterà quasi tutto il girone d'andata), sussiste l'allerta focolai e i ritmi imposti da Nicola comporterebbero un crollo fisico simile a quello del maggio scorso senza la possibilità di fare turnover. Benissimo Piatek, Pinamonti o il centravanti forte di turno, ci mancherebbe. Ormai c'abbiamo messo il pensiero e se si passasse da Cavani al Lammers di turno ci rimarremmo tutti male, un po' come la famosa telenovela Ceravolo che si chiudeva puntualmente con lo straniero di turno che non segnava nemmeno un gol. Ma, con Botheim e Valencia che appaiono all'altezza e Bonazzoli che 10-12 gol li garantisce da solo, non sarebbe meglio distribuire equamente per reparti le risorse?

La difesa è composta per lo più da chi, l'anno scorso, chiuse con 80 reti al passivo e non può bastare il volenteroso, ma giovane Pirola. Sulle fasce Bradaric e Sambia (soprattutto quest'ultimo) dovranno adattarsi al calcio italiano e certo Sanasy Sy, Kechrida e il buon Jaroszynski non sono sufficienti, in attesa ovviamente di risolvere la querelle Mazzocchi che, controvoglia, non deve restare e può andare via senza problemi. In mediana il punto interrogativo è enorme, soprattutto dopo il fisiologico addio di Ederson. Botheim-Lassana è tandem da centro-alta classifica, ma Mamadou non dà garanzie fisiche e certo non si può restare con Cavion, Boultam e il discontinuo Capezzi. In questo reparto servono tre innesti, non uno. Anche riprendere Kastanos darebbe un po' di linfa alla panchina. Lasciamo lavorare la società, ovviamente, fidandoci come giusto che sia. Ma l'inesperienza potrebbe rivelarsi un fattore e la troppa voglia di fare il colpo in avanti potrebbe essere arma a doppio taglio che sortirà, a lungo, un effetto boomerang.

Alla lunga, lo ribadiamo per l'ennesima volta, siamo certi che sarà allestita una rosa in grado di giocarsela con tutti e che trarrà insegnamento da quello 0-4 agrodolce del 22 maggio. Ma ad oggi, a 17 giorni dall'esordio con la Roma e con quattro partite da giocare con il mercato in corso, il cartello "Lavori in corso, cantiere aperto" è ben visibile e, per le promesse fatte, forse ci si aspettava di più. Fiducia, ottimismo ed entusiasmo non devono mai mancare e Iervolino, che ha salvato due volte la Salernitana, è imprenditore troppo intelligente per non capire dove intervenire. A patto, però, che ora si acceleri e si trasformi un organico incompleto in una rosa assolutamente interessante che può essere la mina vagante della prossima serie A. Magari con la spinta di un pubblico che, ad ora, ha garantito appena seimila abbonati pur con l'attenuante dei prezzi, della pandemia e di questo spezzatino indigesto.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 29 luglio 2022 alle 00:01
Autore: Maurizio Grillo
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