Pensare ad una Inter capolista oggi, dopo le partenze di Lukaku, Hakimi, e soprattutto di Conte poteva sembrare un’utopia ai nastri di partenza. Ma la società nerazzurra, attraverso un mercato oculato e la scelta di un allenatore di grande spessore e carisma, ha saputo fare anche meglio della squadra campione d’Italia lo scorso anno. L’ex trainer della Lazio è stato bravo a ripartire dalle fondamenta messe su da Conte, innalzandole poi a sua immagine e somiglianza. Squadra più offensiva, più veloce nel fraseggio e più incline alla giocata tecnica, fatta di scambi veloci, triangolazioni e spinta sulle fasce. Una Inter diversa ma ugualmente forte, meno equilibrata in difesa ma sicuramente più propositiva in fase offensiva.
IL CREDO TATTICO DI SIMONE INZAGHI
Il modulo preferito da Simone Inzaghi è il 3-5-2, con tre centrali bravi nell’uno-contro-uno, due esterni tutta fascia, un play basso e due centrali di centrocampo, uno più offensivo e uno più di interdizione. In avanti le punte sono diverse dal punto di vista tecnico-tattico: la prima punta è in genere un goleador dotato tecnicamente, la seconda punta veloce e rapida negli inserimenti, specie negli spazi creati proprio dalla prima punta. La sua costruzione è sempre dal basso, parte dal portiere e prosegue con i tre difensori centrali, che si allargano per far avvicinare i play basso, Brozovic, vero ago della bilancia nell’economia della squadra nerazzurra. Brozovic da il via dunque alla manovra, dialogando spesso con i due centrocampisti centrali e chiamando il centravanti alla partecipazione. Le due fasce sono completamente diverse: la sinistra affonda subito e cerca spesso il cross e l’uno-contro-uno, sia con Perisic che con Di Marco, la fascia destra (Dumfries e Darmian) invece ama dialogare di più con i centrocampisti, specie con Barella, per poi arrivare alla conclusione o all’assist agli attaccanti.
COME GIOCA L’INTER
Fraseggio, possesso palla e velocità di esecuzione caratterizzano il gioco fatto di ritmo ed intensità che contraddistingue il marchio di fabbrica di Simone Inzaghi. Sono molte le soluzioni offensive alla portata degli uomini di Inzaghi che arrivano sempre in tanti a supportare la manovra (almeno 6 minimo): cross dal fondo sia alto o basso, triangolazione con tiro negli ultimi 20/25 metri, uno contro uno e conclusione. In fase di non possesso l’Inter applica un pressing asfissiante, che invita gli avversari a tentare il lancio lungo per superare la prima linea. L’Inter chiude molto bene sulle fasce, inducendo gli avversari a giocare verso il centro, dove i tre centrali, ben coperti dal play e dai centrocampisti, si trovano sempre in superiorità numerica. Se gli avversari invece spingono sulle fasce, gli esterni ripiegano in maniera sistematica, supportati dai centrocampisti per evitare che l’esposizione all’uno-contro-uno. In caso di recupero palla, la squadra di Inzaghi punta sulla velocità nella ripartenza e spesso sul cambio di gioco nel lato opposto, o nella verticalizzazione del punta. In caso di transizione negativa, i nerazzurri propongono subito un contropressing completo, con la partecipazione di tutti gli uomini più vicini al pallone. In caso di linea saltata, la squadra ripiega con i difensori che invece di affrontare indietreggiano attendendo il rientro completo di tutto il resto della squadra.
PRO E CONTRO DEI CAMPIONI D’ITALIA
Tra i punti di forza vi è sicuramente l’attacco: giocatori diversi tra loro, bravi sia palla a terra che nel gioco aereo e soprattutto dotati di grande tecnico e di una buona capacità di calciare in porta. Il modello di gioco di Inzaghi è lo stesso da sempre, simile a quello di Conte e quindi collaudatissimo. Il pressing e i raddoppi, specie quelli di Barella, rappresentano un vero valore aggiunto, così come l’essenzialità di Brozovic, sia per la fase di possesso e costruzione, sia per quella di interdizione. Aggiungiamo infine il gioco aereo e dai calci piazzati: l’Inter è la squadra più pericolosa sulle palle alte, specie da calcio da fermo. Tra i punti deboli, pochi per la verità, vanno segnalati i vuoti e gli spazi lasciati quando viene saltato il pressing e la gestione delle transizioni negative: in caso di palla persa nella trequarti avversaria, l’Inter si trova spesso sbilanciata proprio perché attacca con tanti uomini e quindi si espone facilmente a sanguinosi contropiedi.
LA CHIAVE DI LETTURA
Partita a senso unico attende Colantuono e la Salernitana, almeno sulla carta: tra assenze e spessore dell’avversario, ritornato domenica scorsa in vetta alla classifica e dunque con il morale a mille, la Salernitana è chiamata ad una vera e proprio mission impossibile contro la squadra di Simone Inzaghi. Partita di attesa e di chiusura, impostata con linee serratissime e squadra corta, preferibilmente partendo con due linee da 4, per cercare di chiudere i varchi esterni sui quali l’Inter nella prima frazione spinge moltissimo. Puntare su un attacco pesante sarebbe quasi inutile, vista la difesa nerazzurra: attacco veloce e abile sulle ripartenze, esempio Gondo-Bonazzoli-Ribery, potrebbe essere una soluzione per sfruttare i capovolgimenti di fronte e gli spazi lasciati dalla manovra avvolgente dei nerazzurri, fatta di tanta densità di uomini in avanti.
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