Un risultato come quello registrato ieri sera lascia poco spazio alle spiegazioni, e per nulla agli alibi. Proviamo comunque a leggere la gara da un’altra prospettiva, tralasciando per un momento il risultato finale. Castori, viste le defezioni e i mancati acquisti che forse si aspettava, ha dovuto fare gli straordinari per provare a mettere in campo il miglior undici possibile al fine di contrastare la corazzata giallorossa. La gara impostata dal tecnico marchigiano ha seguito quindi lo stesso filone, per grossi tratti, della gara con il Bologna: compattezza, attesa e ripartenza, con un uomo in meno li davanti ed uno in più in mediana, a togliere profondità alla trequarti capitolina. Il 3-5-1-1 di Castori è stato in realtà, per tutta la prima frazione, un 5-4-1, con gli esterni bloccati sulla linea difensiva e i due centrocampisti “avanzati”, Obi e M. Coulibaly, fermi nel cerchio di centrocampo a garantire copertura a L.Coulibaly e Di Tacchio. E così il povero Bonazzoli si è trovato praticamente solo contro Cristante, Mancini e Ibanez, andando in grosse difficoltà.

Il fortino messo su da Castori ha tenuto un tempo e sembrava che potesse reggere ancora, almeno fino all’ingresso di Simy ancora in evidente ritardo di condizione. Nella mente del tecnico di San Severino Marche infatti balenava la possibilità di tenere il risultato fino all'ora di gioco, per poi togliere un centrocampista, inserire Simy e magari qualche energia fresca dalla panca sulle fasce. Ma come ogni buon fortino che si rispetti, la caduta è dietro l’angolo: il filtrante di Vina che ha tagliato la retroguardia granata ha messo Pellegrini nelle condizioni di battere un poco convincente Belec e far crollare così tutti i piani del buon Castori. Di li in poi il buio profondo: come successo a Bologna, nemmeno il tempo di riordinare le idee ed effettuare qualche cambio che arriva il secondo goal. In questo caso l’azione perfetta di stampo mourinhano, ovvero verticalità allo stato puro firmata Abraham-Mkhitaryan-Veretout con rete del francese che si ripete dunque dopo il debutto all’Olimpico. La Salernitana ha l’occasione con Bonazzoli di riaprire il match ma la punta, evidentemente stremata, non è lucida e non ottimizza l’unica occasione creata in quasi un'ora di gioco. A nulla servono gli ingressi di Simy & C.: la Roma continua a macinare gioco e trova altre due reti che rendono ancora più roboante la prima vittoria esterna della squadra dello special one.

Nulla da dire, nulla da aggiungere, nulla da recriminare. Non contano le assenze ne vanno cercati alibi nei rinforzi mancati. Che la Salernitana fosse indietro rispetto agli altri organici dei competitors era palese, ma il divario tecnico è stato reso ancora più plateale da un divario tattico che non tutti si aspettavano. Far registrare il 19% del possesso palla in casa (dopo il 29% di Bologna), anche al cospetto della Roma di Mourinho, è davvero un dato che deve far riflettere e non poco Castori ed il suo entourage.

Sezione: Esclusive TS / Data: Lun 30 agosto 2021 alle 14:00
Autore: Roberto Sarrocco
vedi letture
Print