Nel segno del Vestuti. C’è la “Curva nuova” del vecchio stadio di piazza Casalbore a far bella mostra di sé su una sciarpa granata ch’è la sintesi di 45 anni di storia. Non in vendita, edizione limitata, è un po’ il simbolo dell’anniversario del 21 settembre 1975, quando per la prima volta all’ombra del Castello d’Arechi comparvero gli ultras con i ragazzi del Bar Nettuno, e poi del Real. Da quel giorno la Salernitana non è mai rimasta sola. Gli ultimi undici mesi di pandemia hanno chiuso gli stadi e vietato manifestazioni di massa, eppure non hanno intaccato il valore della celebrazione. Appena possibile, approfittando della “zona gialla”, una delegazione del Direttivo Salerno s’è recata al cimitero di Brignano per rendere omaggio a Carmine Rinaldi, al secolo e per tutti “il Siberiano”, compianto leader senza tempo della Curva Sud che oggi porta il suo soprannome, per donargli la “sciarpa dei 45 anni”. "Di questa lunga storia ne è stato dapprima principale artefice ed esempio per tutto il movimento, e successivamente ne ha racchiuso la leggenda", hanno scritto gli ultras della Salernitana che ieri hanno fatto visita alla sua tomba. "Un’emozione indescrivibile. Nel silenzio del luogo e fissando il suo sorriso ci è sembrato di sentirne la voce e il suono del tamburo. Siamo andati via consapevoli che ancora una volta è stato lui a regalare qualcosa a noi. Grazie “Siberiano”. Il tuo ricordo in eterno nei nostri cuori»" il messaggio del Direttivo Salerno. L’omaggio a Carmine Rinaldi, poi, arriva a ridosso d’una partita che sarebbe stata speciale per lui e per tutto il popolo granata. Sì, perché Reggina-Salernitana al di là dei significati sportivi rappresenta uno dei gemellaggi più forti e sentiti che la storia del tifo italiano ricordi. Nacque nella stagione 1986/’87, quando un’auto dell’allora Granata South Force partì con lo striscione “Ultrà Salerno” nel bagagliaio e quel vessillo finì esposto nella Curva amaranto (all’epoca era la Nord), segno che dopo le tensioni del passato, e i primi approcci amichevoli tra le due fazioni, era nata una fratellanza autentica. Che continua ancora, quasi 35 anni dopo, tramandata di “padre in figlio” è proprio il caso di dire, visto che per evidenti ragioni anagrafiche buona parte dei “ragazzi di oggi” della torcida reggina e di quella salernitana non erano neppure nati. La grande forza di questo gemellaggio, infatti, è stata la capacità di resistere a tutto: dai ricambi generazionali ai momenti complicati che le due tifoserie hanno attraversato, inevitabilmente, in periodi così lunghi. "La fratellanza con Salerno è un’eredità che ci onora", dissero a voce alta gli ultras amaranto ospiti con una propria delegazione qualche mese fa, quando la mobilità tra regioni era ancora consentita, per celebrare il 30esimo anniversario della fondazione della Nuova Guardia. Sulla sponda calabrese dello Stretto, nonostante una pioggia di Daspo abbia reso complicato un progetto di rilancio nato nell’estate 2017 (e proseguito sotto il nome di “Diffidati Liberi Reggio Calabria”), s’era ricreato grande entusiasmo dietro lo striscione unico “Curva Sud As Reggina 1914”. Poi è arrivato il Covid, privando il popolo del Granillo della gioia di godere della promozione in serie B (ri)conquistata nella stagione scorsa. E pure della festa che si sarebbe consumata domani sera, tra gli ultras amaranto e granata. Nel solco d’una storia cominciata quasi 35 anni fa.

Sezione: News / Data: Lun 01 febbraio 2021 alle 11:00 / Fonte: La Città
Autore: TS Redazione
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