Ieri mattina, con i pullman già pronti e l'Arechi che scaldava i motori, il presidente della Lega B Paolo Bedin ha firmato il suo personalissimo decreto-legge: Salernitana-Frosinone? Macché, rimandata a babbo morto. O meglio, "a data da destinarsi" – formula magica che nel codice sportivo italiano non esiste, ma che evidentemente a Via Rosellini hanno inventato di sana pianta.

Se il Brescia perderà 4 punti, assisteremo alla più grande opera di magia dai tempi di Houdini: il Frosinone salvo per decreto papale, il Brescia direttamente in Serie C, e la Salernitana improvvisamente accoppiata con la Sampdoria, che fino a ieri stava già programmando le trasferte a Legnago Salus e Pergolettese.
Ma se la penalizzazione dovesse essere di soli 2 punti? Allora cambierebbe tutto di nuovo: la Samp in C e la Salernitana contro il Brescia. Un algoritmo così contorto che nemmeno ChatGPT riuscirebbe a spiegarlo senza andare in cortocircuito.

LA LEGGE È UGUALE PER TUTTI (TRANNE CHE NEL CALCIO)

Mentre il carrozzone della giustizia sportiva arranca come una Panda con le gomme a terra in salita, l'avvocato salernitano Michele Tedesco ha preso il codice sportivo e lo ha sbattuto in faccia alla Lega.

L'articolo 27, comma 2 delle NOIF (Norme Organizzative Interne della FIGC) è chiarissimo: il presidente della Lega può posticipare una gara SOLO in situazioni di urgenza, SU RICHIESTA DELLE PARTI e indicando DATA E ORARIO CERTI. Non c'è traccia di un potere di rinvio "a data da destinarsi". È come se un giudice rinviasse un processo "a quando mi va".

E qui viene il bello: l'articolo 49, comma 2 del Codice di Giustizia Sportiva stabilisce che "i provvedimenti disciplinari che comportino penalizzazioni di punti in classifica devono essere scontati nella stagione sportiva in cui sono divenuti definitivi". Tradotto per i non addetti ai lavori: se il Brescia ha fatto il furbo a febbraio, la sentenza doveva arrivare molto prima della fine del campionato, non quando le valigie erano già pronte per le vacanze o, peggio, per i playout.
Ma c'è di più: l'articolo 50 del Regolamento LNP Serie B sancisce che "le gare dei play-off e dei play-out non sono soggette a rinvio", e il presidente della Lega può autorizzare il rinvio solo "per cause di forza maggiore". Da quando in qua un'indagine fiscale aperta da tre mesi è una "causa di forza maggiore" scoperta all'ultimo momento? È come dire che la pioggia di maggio è un evento imprevedibile.

SALERNITANA, ECCO COME USCIRE DAL PANTANO LEGALE

La Salernitana ha ancora altre frecce al suo arco:

Primo: la diffida alla Lega B è stata un capolavoro giuridico. L'articolo 3 della Legge 280/2003 sul contenzioso sportivo stabilisce che "esauriti i gradi della giustizia sportiva... ogni altra controversia avente ad oggetto atti del CONI o delle Federazioni sportive non riservata agli organi di giustizia sportiva... è devoluta alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo". Tradotto: se la Lega non si sveglia, il TAR è dietro l'angolo.

Secondo: il precedente del 2019. Anche allora la Lega annullò i playout per il caso Palermo, ma il TAR del Lazio (sentenza n. 3/2019) costrinse a ripristinarli e la Salernitana ebbe la meglio sul Venezia. Historia magistra vitae, dicevano i latini – ma evidentemente alla Lega B studiano solo i fumetti.

Terzo: l'articolo 1218 del Codice Civile sul risarcimento per inadempimento stabilisce che "il debitore che non esegue esattamente la prestazione dovuta è tenuto al risarcimento del danno". La Salernitana dovrebbe quantificare i danni organizzativi, economici e d'immagine subiti e presentare il conto alla Lega B. Non solo per i costi vivi (allenamenti prolungati, strutture, stipendi), ma anche per il danno d'immagine e la lesione del diritto a disputare un playout regolare.

Quarto e più devastante: l'articolo 2043 del Codice Civile sul fatto illecito, in combinato disposto con l'articolo 4 della Legge 280/2003, permette di richiedere il risarcimento del danno causato da una decisione sportiva illegittima. Con una class action dei tifosi, la Lega B rischia di pagare un conto più salato di quello del matrimonio di un emiro.

LA CILIEGINA SULLA TORTA

Come contorno a questo piatto indigesto, ecco le dichiarazioni del Ministro dello Sport Andrea Abodi, che definisce la decisione di Bedin "saggia ed equilibrata". Saggia come organizzare un picnic durante un uragano, equilibrata come un funambolo ubriaco.
"Sarebbe stato paradossale giocare i playout per poi doverli ripetere", dice il ministro con la stessa logica di chi consiglia di non alzarsi dal letto la mattina perché tanto prima o poi si dovrà tornare a dormire. Il paradosso, egregio Ministro, è vedere tre squadre appese per settimane a una decisione che doveva essere presa mesi fa, mentre i playoff procedono indisturbati come se nulla fosse.

UN SISTEMA DA ROTTAMARE

Per la Salernitana e i suoi magnifici tifosi, l'unica certezza è l'incertezza. Non sappiamo se giocheremo e contro chi. Non sappiamo se lo faremo a maggio, a giugno o magari a Natale. 
Ma sappiamo una cosa: quando (e se) si giocherà, l'Arechi dovrà tremare come nelle sue notti più magiche. Perché se c'è qualcuno che merita rispetto in questa pantomima, sono i tifosi granata, costretti a vivere l'ennesima estate di passione per l'incompetenza di chi dovrebbe garantire la regolarità del campionato, ma che in realtà lo gestisce come il torneo dell'oratorio. Con tutto il rispetto per gli oratori, che almeno pubblicano i calendari con un certo anticipo e non li cambiano a partita iniziata.
 

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 19 maggio 2025 alle 21:30
Autore: Giovanni Santaniello
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