Quando i risultati non arrivano e la classifica piange l'esperienza insegna ai tecnici di iniziare a migliorare la fase difensiva e di puntare prima a conferire maggiore solidità alla propria squadra. Successivamente, però, la fase due dovrebbe prevedere la ricerca di un generale equilibrio nelle due fasi di gioco, andando a valorizzare anche la fase offensiva e la capacità di avere più soluzioni in attacco con conseguente maggiore creazione di opportunità da rete, specie per chi, in rosa, di mestiere fa l'attaccante. Mister Breda, da allenatore pragmatico e consapevole di non allenare un top team, ha diligentemente curato la prima delle suddette fasi, ma starebbe, al momento, non conseguendo altrettanti positivi risultati nell'elaborazione di un efficace modo di offendere che sappia mettere i suoi attaccanti nelle migliori condizioni per fare male alle difese avversarie, anche, naturalmente, in base alle caratteristiche degli uni e delle altre.
Nelle ultime esibizioni della sua Salernitana il trainer trevigiano ha ridato spazio e continuità di impiego a Roberto Soriano, indubbiamente il più talentuoso ed esperto centrocampista della rosa campana, nonché quello con maggiore propensione offensiva. La virata nel senso di affidarsi in un momento delicato a veterani di maggior carisma e tasso tecnico ha favorito pure il rilancio di Daniele Verde, sul quale riteniamo opportuno soffermarci in modo particolare, soprattutto in relazione alle posizioni che un giocatore duttile come l'ex Spezia sarebbe in grado di ricoprire efficacemente sul rettangolo di gioco. Fino ad ora l'opzione del vedere schierati contemporaneamente questi due elementi di spicco dell'organico granata, ha comportato, per ragioni di equilibrio generale di squadra, una disposizione in campo della Salernitana con un solo attaccante puro, Cerri. Verde, infatti, è stato selezionato da Breda come seconda punta e, come tale, egli avrebbe dovuto supportare l'ariete parmense, giocandogli vicino e dando presenza in area di rigore rivale, anche per arrivare alla conclusione oltre che per sfornare assist al bacio.
Le caratteristiche del furetto partenopeo lo hanno, però, portato a svariare molto per il campo, tanto allargandosi per caricare palloni utili sulle corsie esterne quanto rinculando in mediana per supportare i compagni in fase di non possesso. Il risultato è stato lasciare un po' troppo isolato davanti Cerri, finito a sfiancarsi in duelli contro i difensori avversari, spesso in sopranumero e favoriti dall'affrontare un attaccante sovente spalle alla porta e impegnato a fare sponde ed aprire spazi agli inserimenti di esterni e mezzali. Gli spazi aperti dal centravanti salernitano e dall'allargarsi di Verde, li avrebbe dovuti aggredire soprattutto Soriano, elemento portato a dare il meglio di sé negli ultimi trenta metri e in grado di vedere la porta. Il meccanismo sopra esposto è anche riuscito in diverse occasioni e frangenti di gioco, con una netta crescita fisica, atletica e temperamentale dell'ex bolognese, decisivo per i tre punti contro il Modena la scorsa settimana.
Questa soluzione sposata da Breda ha, però, come contraltare comportato il sacrificio di un secondo attaccante puro, nel caso di specie di Raimondo e di Braaf, entrambi non titolari e il secondo addirittura sparito un po' dai radar della Bersagliera e della sua guida tecnica. La soluzione per provare a disporre di più soluzioni offensive e di maggiore imprevedibilità ed efficacia nell'attaccare le retroguardie rivali potrebbe essere un assetto tattico finora mai tenuto in considerazione da Breda, quel 3-4-1-2 che vedrebbe insieme in campo Verde o Soriano come trequartista e il duo Cerri-Raimondo o Cerri-Braaf davanti. Questo sistema di gioco andrebbe a favorire una migliore distribuzione dei carichi di lavoro e delle responsabilità tra i reparti e i singoli interpreti, per una squadra potenzialmente più corta e compatta e più equilibrata nell'offendere nei momenti in cui si detiene il possesso della sfera.
D'altro canto, però, si potrebbe soffrire di più in fase di non possesso, con una squadra che, per portare il pressing ed alzare il proprio baricentro, rischierebbe di aprire il fianco alle ripartenze altrui e di esporre la propria linea difensiva alla necessità di coprire ampie porzioni di campo e al pericolo di lasciare spazi aggredibili alle proprie spalle. La coperta potrebbe essere corta e il rischio alto, ma, in casa soprattutto o, almeno, a gara in corso, questa opzione potrebbe costituire una soluzione concreta per una maggiore e migliore produzione offensiva e per aiutare le punte a ritrovare la via della rete in un momento focale del campionato della Salernitana.
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