La regola dell’amico è una storia lunga decenni, annodata tra le radici d’un calcio che non c’è più e però tramandata a generazioni che negli anni Ottanta non erano ancora neppure nate. «Bari, Reggio e Salerno», canteranno assieme stasera tre tifoserie diverse ma unite da un patto più forte del tempo, nel nome e nel ricordo di Carmine Rinaldi, al secolo e per tutti “il Siberiano”. Lui ch’è stato più d’ogni altro testimone d’un triangolo di gemellaggi del Sud nato a Bari, al vecchio Stadio della Vittoria. Questa sì, è una genesi ormai nota a tutti, ricostruita nei suoi aneddoti e dettagli. Un fumogeno viola (utilizzato in Puglia, e che incuriosì gli ultras della Bersagliera del Vestuti) fu il pretesto per sentirsi, conoscersi, confrontarsi. E così, nell’ormai lontano 1983, «biancorosso & granata» cominciò a esser un colore soltanto. Tratteggiando uno dei rapporti più longevi nell’Italia del tifo in cui tutto cambia. Passarono quattro anni e, nel 1987, Salerno-Reggio Calabria diventò non più soltanto un’autostrada ma un altro legame di ferro tra due Curve, la Sud dell’ippocampo e la Nord amaranto, che nelle stagioni precedenti avevano vissuto scontri diretti non senza tensioni.

Poi arrivò una telefonata del Commando Ultrà della Reggina e nel match del girone di ritorno di quel campionato di serie C una delegazione della South Force partì per esser ospitata dai supporters calabresi. Alla vista dei sostenitori del cavalluccio marino, e di quello striscione “Ultrà Salerno” (con il sole tanto caro al “Siberiano”), qualcuno mostrò scetticismo, lo stesso umanissimo sentimento che aveva accompagnato anche la prima volta dei baresi al Vestuti. In entrambi i casi prevalse la voglia di costruire, sulla base d’una stima reciproca, d’un apprezzamento sincero e corrisposto, rapporti che avrebbero poi segnato la storia dell’intero movimento ultras italiano. La torcida della Salernitana, scegliendo Bari e Reggio come propri interlocutori privilegiati, di fatto mise in (stretto) contatto anche biancorossi e amaranto. Si chiuse così il triangolo del Sud che dalle otto e mezzo di stasera si ritroverà all’Arechi per ricordare Carmine Rinaldi, leader senza tempo della Curva granata che ora porta il suo soprannome, “Siberiano”, mantenendo la promessa fatta nell’aprile d’otto anni fa, sotto la pioggia del Vestuti, nel giorno dell’addio a colui che fu l’icona più autentica della Salerno ultras. E non c’è occasione migliore, per onorarlo, che “riunire” nello stadio con il nome da principe un po’ d’amici. Quelli di sempre...

Sezione: News / Data: Ven 02 agosto 2019 alle 13:30 / Fonte: La Città
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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