Due partite fondamentali, 180 minuti che potrebbero permetterci di chiudere col sorriso una stagione ricca di delusioni. E il Frosinone è un po’ nel nostro destino, finalmente potremo avere l’occasione per riscattarci e per toglierci qualche sassolino dalle scarpe. Perchè - ad esempio - nel 2014 in terra ciociara fu infranto il sogno promozione in una gara playoff obiettivamente a senso unico e che il Frosinone vinse per 2-0 imponendosi nella ripresa contro una Salernitana ad alta tensione, senza idee e mai pericolosa pur seguita da 2500 persone.

E poi la partita dell’aprile 2024. E’ vero che soltanto la matematica teneva in vita la squadraccia allestita da De Sanctis e Sabatini, ma quella sera - allo Stirpe -  si sancì ufficialmente il ritorno in B della Salernitana, con un secco 3-0, innumerevoli torti arbitrali e appena due irriducibili supporters nel settore ospiti.

Ciò detto, torniamo indietro nel tempo e ricordiamo piacevolmente le due sfide playout che hanno caratterizzato l’era Lotito. Nel 2015-16 doppio confronto con un Lanciano destinato a fallire per problemi societari e che non oppose grossa resistenza. Granata troppo superiori e pratica archiviata all’andata: 1-4 nel segno di Donnarumma, Zito, Gatto e Coda, 1-0 a ritorno dinanzi a quasi 30mila persone. Nel 2018-19, dopo un mese di stop e sentenze contraddittorie da parte della Lega B, si giocò col Venezia, tra mille polemiche e con la consapevolezza che la perdente avrebbe potuto usufruire di un ripescaggio per la crisi economica del Palermo. 2-1 a Salerno, vittoria ai rigori al Penzo con Di Tacchio che ci regalò un centenario più sereno. Non c’è due senza tre.

D'altronde vedere il bicchiere mezzo pieno dopo la vittoria di Cittadella è quasi un obbligo. Perchè eravamo tutti rassegnati al peggio e invece ci siamo concessi 180 minuti di speranza. Chiudere in trasferta, contro una big come il Frosinone, non è il massimo. Il destino, però, ci dà la possibilità di riscattare una stagione pessima e anche i ciociari non saranno felici di trovare sulla propria strada una Salernitana in crescita, con un grande pubblico e un allenatore esperto come Marino.

Leggendo la classifica finale è inevitabile che il rammarico ci sia. Per il rigore fallito da Cerri, per aver affidato il mercato di gennaio a Valentini e, soprattutto, per la scelta di Petrachi di sostituire Martusciello con Colantuono. Senza nulla togliere alla professionalità e all’attaccamento alla causa del mister, ma lo 0-0 interno contro un Brescia all’epoca in caduta libera e il 2-0 a Frosinone con Velthuis e Wlodarczyk titolari sono stati pagati a caro prezzo.  Colantuono, va detto, aveva già preannunciato le sue dimissioni dopo il ko interno con la Juve Stabia.

Ma ora non è tempo di fare polemiche. Proprio dopo la sconfitta dell’andata c’era la percezione di essere condannati alla C, oggi il destino è di nuovo nelle mani dei granata e tutte le componenti hanno l’obbligo di spingere in una sola direzione, ricordandosi sempre che anche in caso di salvezza bisognerà pretendere dalla proprietà un incontro pubblico per capire cosa si voglia fare da grandi e per avere risposte su questo biennio tra i peggiori della storia. Intanto, però, B...ifendiamola!

E intanto a Frosinone c'è preoccupazione, anche per motivi scaramantici. L'anno scorso, proprio in casa, i ciociari persero la categoria perdendo per 0-1 contro l'Udinese pur avendo due risultati su tre a disposizione. E si giocò il 26 maggio, proprio come accadrà contro la Salernitana. Non aggiungiamo altro.

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 15 maggio 2025 alle 23:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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