Tornare in Serie B e partire con l’obiettivo salvezza è la vera sfida di ogni matricolare. Affidarsi ad un allenatore esperto e carismatico come Piero Braglia un’arma in più, la ciliegina sulla torta per riuscire nell’impresa. E il Cosenza, al suo arrivo in cadetteria, ha avuto un grosso merito: quello di isolarsi dalle polemiche, non deprimersi quando le cose non andavano e non abbandonarsi ai facili entusiasmi quando invece la palla girava. Il “San Vito-Marulla” è dunque diventato un ‘campaccio’ ostico per tutti, dal quale i rossoblu hanno costruito le solide basi per la salvezza. Esordio con pareggio subito al 95esimo in quel di Ascoli (1-1) e beffardo 0-3 a tavolino con il Verona per un problema tecnico al campo. L’avvio dei bruzi non è il massimo: arrivano infatti la sconfitta a Cittadella (0-2), il pari casalingo con Livorno (1-1), il ko a Cremona (0-2) e un doppio pari con Perugia (1-1) e Carpi (1-1). La prima gioia è il 20 ottobre, 2-0 al Foggia in uno scontro diretto, con la doppietta del gioiellino Tutino. Servono ancora delle settimane, però, per rodare la squadra e nessuno grida allo scandalo dopo un altro poker di prestazioni non accompagnate da punti (0-1 a Brescia, 1-1 col Pescara, 1-2 a Palermo e 2-3 casalingo con il Lecce). La seconda vittoria è datata 26 novembre ed è un blitz a Crotone, nel derby, firmato da Idda. Segue l’ottimo 2-1 rifilato al Padova: il Cosenza dunque accumula pareggi preziosi e si fa valere nelle gare da sei punti contro le dirette concorrenti. E soprattutto reagisce subito alle debacle, come accade a La Spezia (0-4). L’anno si chiude con tre gare senza subire reti e cinque punti: 0-0 imposto al Benevento, 1-0 in trasferta a Venezia, 0-0 con la Salernitana. Sono 19 i punti conquistati da Baez e soci, un bottino utile a chiudere metà stagione con un confortante +2 sulla zona play out e pienamente in linea con l’obiettivo salvezza. Nel girone di ritorno, però, i calabresi fanno anche meglio: 0-0 contro l’Ascoli, 2-2 a Verona in una rimonta strepitosa, 2-0 al Cittadella con i gol di Sciaudone e Tutino. La squadra, rinforzata e maturata, dopo aver perso a Livorno (0-2) batte la Cremonese (2-0), il Perugia (1-0), il Carpi (1-0) e si tira fuori dalle zone poco nobili con un guizzo deciso. Segue una mini-crisi di centottanta minuti con i ko di Foggia (0-1) e Brescia (2-3), ma i ragazzi di Braglia sono vivi e lo dimostrano andando a strappare un punto al Pescara (1-1) e fermando il Palermo (1-1) tra le mura amiche. La sconfitta di Lecce (1-3) non deprime gli animi, anzi il Cosenza vince anche il derby di ritorno con il Crotone (1-0, Embalo a segno), esce indenne da Padova (0-0) e ipoteca la permanenza battendo lo Spezia (1-0). Le ultime gare sono una formalità, ma arrivano comunque quattro punti in tre uscite: 2-4 a Benevento, contro i sanniti in lotta per i play off; 1-1 al “San Vito-Marulla” contro il Venezia alla disperata ricerca di punti; vittoria, 1-2, a Salerno in una partita che fa vedere le streghe ai granata. I 46 punti totali, frutto di 11 vittorie, 13 pareggi e 12 sconfitte (34 gol fatti e 42 presi) rappresentano un giusto riconoscimento ad una squadra che ha saputo lottare partita dopo partita senza mai perdere la propria identità e idea di gioco. Merito a Braglia e al suo gruppo, che con una stagione da 8 in pagella si guadagnano l’appellativo di matricola terribile. In attesa di ricominciare.
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