I tifosi della Salernitana lo indicano come il maggiore responsabile di questa situazione, al punto da intonare cori e da esporre striscioni dal contenuto piuttosto duro ed eloquente. Ma da anni gli appassionati di calcio, a prescindere dalla fede sportiva, ritengono sia necessario un rinnovamento anche ai vertici di una FIGC costantemente al centro di polemiche.

Gravina si difende, ritiene di aver agito nel rispetto delle leggi e a tutela del campionato di serie B. Tuttavia appare evidente che sia antisportivo e fuori da ogni logica che la Salernitana debba giocarsi la permanenza in categoria a metà giugno contro un avversario retrocesso sul campo per i presunti illeciti di chi invece si era salvato e col Frosinone che beneficerebbe più di tutti. Insomma, tutto talmente chiaro da lasciare sconcertati.

Eppure la Sampdoria, stando a quanto riportato dalle principali testate giornalistiche nazionali, non se la passa bene dal punto di vista economico, al punto che già ai tempi della serie A si parlava di “rischio fallimento in caso di retrocessione in cadetteria”. Un destino che sembrava segnato prima dell’intervento di una nuova proprietà che propose un piano di rateizzazione dei debiti che risultò valido agli occhi di chi fu deputato a decidere. La FIGC, appunto.

Viene da sorridere perchè Gravina è lo stesso presidente che, nel 2021, mise fortemente a rischio la permanenza dei granata in serie A ritenendo che una società virtuosa, con bilanci in attivo e che poteva autogestirsi a tempo indeterminato fosse improvvisamente il male del calcio italiano. Già, perchè ci sono società indebitate fino al collo o che vengono addirittura estromesse a inizio girone di ritorno (Turris, Taranto) ma il vero problema era la Salernitana. Quella che, introitando 40 milioni tra DAZN e botteghino, avrebbe potuto proseguire la propria avventura in massima serie. In quel caso tutta la Lega A votò a favore quantomeno della proroga semestrale, ma Gravina fu inflessibile.

“Perchè le leggi vanno rispettate, stop”. Appunto. Del resto parliamo di un paese in cui la multiproprietà viene incomprensibilmente vista come un problema, con un imprenditore facoltoso come Mezzaroma che investe milioni di euro, porta una squadra dalla D alla A ma poi deve vendere un bene di sua proprietà nei tempi e nei modi imposti da un terzo. Però poi via libera a fondi senza fondi, a cordate che fanno capo a chissà chi e, appunto, a chi retrocede in C proprio nell’anno in cui Marani annuncia norme ferree per l’iscrizione e, forse, già segnala criticità a chi aveva dato garanzie. E la Salernitana rischia di essere (o forse già lo è) la vittima sacrificale.

Sezione: Pillole di Storia / Data: Gio 22 maggio 2025 alle 14:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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