La morte di Gerardo Salvucci, storico magazziniere della Salernitana, ha gettato nello sconforto non solo la tifoseria, ma anche - e soprattutto - chi ha avuto modo di lavorarci in questi anni apprezzandone le doti umane e professionali. Chi aveva davvero un rapporto di fraterna amicizia con lui è l'ex direttore generale Danilo Pagni che, comprensibilmente scosso, lo ha ricordato in una intervista rilasciata alla nostra redazione:

"Ho avuto la notizia da Antonio Papa, sono rimasto di ghiaccio. Sono quelle cose che non vorresti mai sentire. Sono veramente addoloratissimo, abbiamo condiviso momenti bellissimi e non è retorica dire che ormai fosse uno di famiglia. Aveva instaurato un rapporto splendido con me, con mia moglie, i miei figli e con tante persone che avevano capito quanto fosse essenziale la sua figura all'interno della Salernitana. Un uomo di gran cuore, speciale, al quale ho voluto veramente un bene incredibile e che incontravo sempre con piacere. Che possa riposare in pace, ai suoi parenti il più caloroso abbraccio".

Pagni apre l'angolo dei ricordi: "Quando arrivai, non c'era praticamente nulla e dovevamo riorganizzare tutto. Dai campi per gli allenamenti al materiale ufficiale, un disastro. Lui c'era sempre, dalla mattina alla sera, con uno spirito di sacrificio enorme. Ricordo le serate a casa mia, quando parlavamo di Salernitana davanti a una bella pizza. Gli brillavano gli occhi, era legatissimo alla maglia e alla tifoseria. Ogni volta che mancava qualcosa, si adoperava in prima persona per aiutare i calciatori, gli allenatori e i dirigenti. Temeva sempre di mancare in qualcosa, invece è quel professionista che tutti vorrebbero incontrare sulla propria strada".

Il ds, evidentemente emozionato, prosegue: "A volte lo prendevo in giro perchè, quando giravamo con il furgone, aveva la capacità di prendere sempre tutte le buche. Dico questo per ricordarlo anche con il sorriso, pur con il dolore nel cuore e l'animo ghiacciato da una notizia tremenda. So che amava il mare, che era solito trascorrere delle belle giornate nella sua Sapri in attesa di tornare in pista. Una tragedia. Spero che la tifoseria possa ricordarlo in occasione della festa del 19 giugno, è un personaggio che ha fatto la storia e che, non a caso, era tra i pochi sempre riconfermati.

Quando muore qualcuno, si tende sempre a scadere nella retorica e nelle frasi di circostanza. Io non sono così, chi mi conosce lo sa. La mia sofferenza è autentica, stento a credere di aver perso un amico vero che mi ha accolto come un fratello anche quando ci siamo visti da avversari all'epoca di Salernitana-Messina o Ternana-Salernitana. E la sua battuta d'esordio era sempre "direttò, vi ricordate quando siete arrivato e non avevamo niente?". E' stato uno dei simboli della ripartenza, capace di farsi amare e stimare per la rara capacità di abbinare sentimenti e professionalità".

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 11 giugno 2024 alle 16:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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