L'ex centrocampista di Salernitana e Sassuolo Francesco Della Rocca è intervenuto a SeiTv, nel corso della trasmissione TuttoSalernitana, per parlare dei granata: "Quello che dice il presidente è vero, i calciatori sono gli stessi dello scorso anno. La squadra non è stata rivoluzionata. La situazione di mercato che si è venuta a creare con il miglior giocatore della rosa, che ha fatto la differenza l'anno scorso, forse ha spostato un po' gli equilibri in negativo".

Solo 6 gol segnati e 22 subiti, qualcosa non torna...
"Ovviamente quella non può essere l'unica motivazione. C'è un problema di squadra, forse pensavano di ripetere la stagione scorsa ma in Serie A non è mai facile ripetersi. In realtà non me l'aspettavo neanche io questa situazione così complicata. Ora è difficile perchè poi subentrano anche altri aspetti come quelli psicologici. Per fortuna c'è una sessione di mercato vicina in cui penso che la società interverrà anche pesantemente per poter rimediare a questa situazione".

Molti indicano De Sanctis come capro espiatorio. È giusto dare la colpa solo a lui oppure è il caso di estenderle?
"Le colpe non vanno mai date a una sola persona. Sono un po' di tutti, del direttore, dell'allenatore che c'è stato e della squadra in primis. I giocatori sono quelli che vanno in campo e non bisogna cercare alibi al di fuori. Salerno non è una piazza semplice ma ci sono goli stimoli per fare bene, la gente ti aiuta e allo stadio ti sostiene. Questo però va ricambiato in campo. Non penso che De Sanctis sia l'unico colpevole".

Mantovani poteva essere utile ad una squadra che subisce sempre gol?
"Valerio è un mio grande amico, siamo stati compagni di camera. È arrivato a Salerno giovanissimo, era sempre con me e lo conosco benissimo. Il suo percorso con la Salernitana l'ha fatto, ha avuto qualche problema, giocava e non giocava poi nell'ultimo periodo si è ritagliato uno spazio importante. Penso che in Italia arrivano troppi stranieri di livello medio basso quando un giocatore come lui poteva benissimo avere la sua occasione, che poi ovviamente va sfruttata perchè devi dimostrare di essere adatto per la categoria. L'anno scorso ha fatto un grandissimo campionato a Terni. Non potevi pensare che Mantovani fosse il titolare della Salernitana in A però per completare la rosa forse un'occasione gliel'avrei data".

Quando c'è uno stadio semi vuoto e con il pubblico che quasi non canta in un derby, scatta qualcosa in un calciatore?
"È una cosa stranissima. Di certo non aiuta, capisco la delusione dei tifosi ma quanto tempo la Salernitana è rimasta lontano dalla Serie A? È vero che la tifoseria è sempre ambiziosa e spera di fare campionati diversi dagli ultimi ma l'apporto alla squadra non deve mai mancare. Salerno ha una delle tifoserie più belle d'Italia ed è un peccato vedere l'Arechi così, soprattutto in un derby".

In una società neofita nel calcio, può pesare il fatto che non c'è una figura forte alle spalle della squadra?
"Si, nelle rose ci sono tanti stranieri che sentono meno una piazza che vive di calcio rispetto ad un calciatore italiano che la conosce bene. Credo che in una squadra ci voglia uno zoccolo duro di italiani esperti, che abbia fatto campionati di A ma anche di B, perchè il giovane straniero sente meno la responsabilità. Un gruppo di giocatori italiani di esperienza, con una società forte alle spalle e un direttore di personalità può aiutare".

Cosa fa oggi Francesco Della Rocca?
"Ho fatto qualche esperienza nel settore giovanile di Bologna, poi c'è stato il Covid e sono stato direttore tecnico in alcune scuole calcio. Adesso sto dando una mano al mio ex procuratore, vado a vedere partite di giovani e meno giovani. Futuro come procuratore? È una parola grossa, non mi entusiasma. Mi vedo più come osservatore o persona più vicina al campo e che si occupa della parte tecnica".

Sezione: Primo Piano / Data: Mer 08 novembre 2023 alle 12:00
Autore: Lorenzo Portanova
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