Due pesi e due misure, un Paese che sta facendo di tutto per complicare la vita a chi chiede soltanto di svolgere il proprio compito in condizioni di totale sicurezza. Quanto stabilito dal Governo e avallato dalle società sportive di serie B lede il sacrosanto diritto al lavoro da parte di quei giornalisti che, con grandissimo senso del dovere, hanno portato avanti in questi mesi d’emergenza le proprie testate senza introiti, senza campionato, senza sponsor ma con alto senso di responsabilità nei confronti dei lettori e della cittadinanza. Noi editori ci stiamo rimettendo soldi, abbiamo perso accordi commerciali, qualcuno è stato costretto a licenziare i propri dipendenti, ci siamo inventati qualunque tipo di rubrica per tener vivo il giornale, per regalare qualche ora di spensieratezza alle persone. Ora chiediamo rispetto, pari diritti, un trattamento completamente diverso. Da parte delle istituzioni, che decidono senza conoscere a fondo argomenti e problematiche, e della stessa Salernitana, chiamata a fare questa “battaglia” al nostro fianco consapevole che spesso proprio le testate online hanno garantito sostegno e appoggio nei momenti difficili. E’ arrivato il momento di invertire i ruoli, di ricordare che la crescita di una squadra di calcio passa anche dal rapporto con la stampa. Ci chiediamo, da profani: perchè in regioni con contagio vicino allo zero e con impianti da 40mila posti, si autorizza l’accesso di appena 10 operatori dell’informazione? Perché la Salernitana e tutte le altre realtà calcistiche con un bacino d’utenza notevole non hanno chiesto all’addetto stampa della Lega B di attuare un protocollo differente in base alle esigenze?

La redazione di TuttoSalernitana offre gratuitamente un servizio 24 ore su 24, segue le sorti del cavalluccio marino da 7 anni e ha alle spalle circuiti di richiamo nazionale come SportItalia, Radio Sportiva e Tuttomercatoweb. Proprio ora che i tifosi vengono privati del diritto di assistere alle partite allo stadio, sarebbe opportuno favorire chi può dare notizie immediate e chi, per la Salernitana e i suoi tifosi, è sempre stato in prima linea. Spesso più col cuore da tifoso che con la testa del freddo giornalista. Il controsenso è lampante. In piena pandemia e con migliaia di contagi giornalieri, tanti lavoratori erano costretti a svolgere la propria mansione rischiando sulla propria pelle e su quella dei familiari. Anche i giornalisti, mostrando il tesserino e firmando l’autocertificazione, avevano diritto di cronaca. 3 mesi dopo il Governo e il Ministero della Salute hanno fatto un paradossale passo indietro. E si rischia di cadere anche nella concorrenza sleale se qualcuno proverà ad aggirare l’ostacolo. Ci spieghiamo. Come sito danneggiato potremmo stabilire, in segno di protesta, di non scrivere un solo rigo sulla partita di sabato in attesa che una decisione anticostituzionale e fuori da ogni logica venga ribaltata nelle sedi opportune. Così facendo, però, favoriremmo indirettamente chi rappresenterà ufficialmente un giornale o una tv, ma parallelamente scriverà per il suo portale. Alla Salernitana il compito di evitare questa ingiustizia e di accreditare soltanto chi non lavora anche sul web. O tutti o nessuno, già troppe volte ci sono state situazioni spiacevoli con trattamenti diversi in base all’interlocutore. I siti non siano soltanto refugium peccatorum quando la Salernitana perde o l’arbitro annulla un gol regolare. Ci affidiamo al buonsenso del presidente Gravina, di Mauro Balata, delle istituzioni e delle stesse Regioni. Viceversa tuteleremo il nostro diritto all’informazione in tutte le sedi sperando che la classe giornalistica intera ostenti, per una volta, uno spirito corporativistico senza guardare al proprio orticello. Del resto la legge della vita è chiara: “Oggi a me, domani a te”. E un’ingiustizia va combattuta insieme, da subito.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 15 giugno 2020 alle 13:00
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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