Quattro reti in sei partite, concentrate in solo due match. Questo il magro bottino della squadra granata in termini di pericolosità in zona-goal  che evidenzia una sterilità offensiva divenuta ormai un dato di fatto,  frutto delle poche, pochissime, palle-goal nitide che la squadra di Castori riesce a creare nel corso del match. Ma ciò che preoccupa di più è l’incapacità della squadra di essere pericolosa: poche azioni, affidate ormai sempre ai piedi di Ribery o alla casualità, che sfociano spesso in confusione e poca organizzazione. Eppure le due reti di Bologna alla prima uscita stagionale nel massimo campionato avevano fatto ben sperare i tanti tifosi granata accorsi al Dall'Ara e attaccati a Dazn. Sperare in una squadra aggressiva, viva e perché no, divertente. Poi il vuoto per tre gare, prima delle altre due reti con il Verona, le prime dinnanzi al pubblico dell’Arechi.

Analizzando le origini dei 4 goal fin qui messi a segno dalla Salernitana salta subito all’occhio che, eccezion fatta per il rigore frutto comunque non di un’azione di gioco ma di un comportamento scorretto, gli altri tre goal sono azioni a dir poco rocambolesche, con battute e ribattute in area o con tiri che si trasformano in assist inaspettati. Insomma poca roba per una squadra che subisce tanto in difesa e che quindi dovrebbe fare molto di più in fase d’attacco. Nemmeno il cambio modulo, o per meglio dire il cambio di approccio, apportato da Castori ha migliorato la situazione degli avanti granata: tra giocatori fuori condizione, infortunati o peggio ancora fuori posizione, l’attacco granata oggi preoccupa più che mai. Molti cross, pochi tiri, pochi pericoli apportati agli estremi difensori avversari: questa la sintesi nuda  e cruda della trama offensiva dell'undici di Castori. 

E i giocatori? Simy sembra il cugino di secondo grado del bomber visto a Crotone nelle ultime due stagioni; Djuric è più impegnato a fare a sportellate con i difensori avversari che ad impensierire i portieri; Gondo e Bonazzoli provano con la loro freschezza a fare qualcosa di più ma spesso predicano nel deserto, in attesa del profeta, Ribery, che conduca tutti sull'altra sponda del fiume. Castori deve assolutamente tirare fuori dal cilindro qualcosa di diverso dal solito coniglio bianco, e lo deve fare in fretta: il tempo stringe, la classifica si allunga, e i tifosi non vogliono più aspettare.  

Sezione: Editoriale / Data: Gio 30 settembre 2021 alle 00:00
Autore: Roberto Sarrocco
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