Riconoscenza, +9 sulla terzultima, assenza di alternative, consapevolezza che nessun allenatore accetterebbe di firmare fino a giugno senza garanzie sul futuro. Sono tanti i motivi che hanno spinto la società, ancora una volta, a riconfermare Davide Nicola. Allenatore che, storicamente, ha sempre inciso da subentrante (accompagnato anche da un po' di fortuna, Palermo-Empoli e Venezia-Cagliari docet) ma che non è mai stato scelto dall'inizio per un progetto a medio-lungo termine. Oggi doveva essere la gara della svolta, a cospetto di un avversario tosto ma alla portata. Invece, ancora una volta, ci aggrappiamo a Sant'Ochoa per non commentare una sconfitta che sarebbe stata meritata. Questa squadra, rispetto a tutte le altre, è in costante involuzione e solo l'allenatore sembra non accorgersene. Spezia, Cremonese, Lecce, Empoli, Verona e Torino hanno, a tratti, giganteggiato a Salerno. La difesa prende gol in tutte le partite. Nelle ultime cinque gare ci sono stati appena 6 tiri nello specchio della porta. Ma il mister è soddisfatto, a Firenze si è divertito, lancia frecciate alla società e continua a non dare spiegazioni concrete rispetto a situazioni di campo che sono palesi. Tanto per rinfrescare la memoria: Vilhena a sinistra a Firenze, Candreva sostituito con la Cremonese e poi gettato nella mischia a Monza sul 2-0 e con un giallo sul groppone, Radovanovic e Lovato in zona Leao mercoledì scorso, il 5-0 di Reggio Emilia con la bocciatura di Gyomber. E di quel gioco palla a terra fatto di fraseggi e sovrapposizioni, tale da giustificare l'addio di Verdi e Djuric che erano oro colato in questa squadra, non c'è traccia. 

Non è l'unico colpevole, sia chiaro. E se proprio lo si doveva esonerare andava fatto durante la lunga sosta. Un subentrante, ora, avrebbe l'alibi del poco tempo a disposizione per incidere, di un mercato fatto dal suo predecessore e di un calendario di fuoco. Parte della tifoseria se la prende con il direttore sportivo, alle sua prima vera esperienza in questa veste ma comunque nel calcio dalla vita. Siamo fortemente convinti che questa squadra sia carente in difesa: Pirola, Lovato, Bronn e Daniliuc non era ciò che serviva per risolvere il problema che si trascina da un anno e mezzo, i numeri purtroppo lo confermano. A centrocampo non c'è mai stato un vice Coulibaly e diversi volti nuovi hanno inciso poco o nulla. Ma...Ma questa Salernitana, davanti, ha due calciatori che hanno disputato i mondiali, uno che faceva gol in Conference League e un altro che l'anno scorso segnò tanto determinando la salvezza dei granata. Vilhena non può essere quello visto fino ad oggi. Maggiore è una garanzia e nessuno poteva prevedere questi infortuni. Candreva è acquisto top, Bradaric ha un curriculum di tutto rispetto. E, con un budget ridotto rispetto agli standard abituali, il ds ha preso in una settimana un fenomeno come Ochoa e un giovane di livello come Nicolussi Caviglia che oggi è stato tra i più positivi. Morale della favola: errori ne sono stati commessi, ma non comprendiamo tutto questo accanimento verso De Sanctis. Uno che, a livello ambientale, paga per lo più il costante accostamento con il predecessore. Certo, le colpe aumenteranno se si continuerà incomprensibilmente a non blindare Gyomber e a sottovalutare le lacune dei centrali difensivi. Ma vogliamo credere che, alla fine, si farà quel che si deve.

In questo dualismo tra Nicola e De Sanctis guai a dimenticare che chi decide è sempre il presidente e, oggi, Iervolino si sta assumendo una grossa responsabilità. E' il patron ad aver parlato di obiettivo zona sinistra (Capito, mister?), è il patron che è passato da un dirigente con decenni d'esperienza a un neofita, è il patron che ha dettato le linee guida da seguire in questo mercato invernale che dovrebbe portare in dote tasselli di un certo spessore e che rischia di chiudersi con qualche "giovane di prospettiva, preferibilmente in prestito. Perchè non possiamo intossicare i bilanci nè chiedere alla proprietà di spendere sempre tanti soldi". La sensazione è che, tuttora, si rischi di sottovalutare il pericolo. Perchè questa squadra è in costante calo. Il Lecce ha speso meno della metà ma gioca un gran calcio ed è imbattuto da tempo. Lo Spezia, soprattutto in casa, è osso durissimo. La Cremonese ha una classifica bugiarda così come il Verona. L'Empoli, pur perdendo qualche top player in estate, sta proseguendo il suo percorso di crescita. Da questa Salernitana ci saremmo aspettati qualcosa di diverso, non 4 vittorie in 17 gare. Tanto valeva evitare la dispendiosa rivoluzione di luglio e agosto e ripartire dalla base che ha scritto la storia con un tassello di livello per reparto. Ora Atalanta, Napoli, Lecce e Juventus. Cammino da brividi. Ma se, in casa, tra Lecce, Empoli, Cremonese e Torino conquisti solo 3 punti è giusto doverli andare a recuperare altrove. Anche contro le big. C'era chi ci etichettava come nostalgici, vedovi e disfattisti quando, pur da ottavi in classifica, parlavamo di rosa incompleta e obbligo di guardarsi alle spalle. SPERANDO DI SBAGLIARE!  Purtroppo, però, i nodi stanno venendo al pettine e c'è ancora tanta strada da fare per arrivare alla salvezza. Decidere di non decidere e cullarsi sugli allori è lusso che non può permettersi nessuno. Nicola resta e De Sanctis è blindato? Benissimo. Si resterà a cospetto del solito, amletico dubbio: rosa sopravvalutata o manico che non la valorizza? Ai posteri l'ardua sentenza.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 09 gennaio 2023 alle 00:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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