Per la prima volta in un editoriale sia consentito a chi vi scrive di aprire una piccola parentesi personale. Ieri sera, in occasione del Gran Galà del Calcio Italiano, il libro ufficiale Macte Animo ha ricevuto un prestigioso riconoscimento da parte degli organizzatori. Poteva essere l'opportunità per prendersi una bella vetrina e ritagliarsi un paio di minuti di popolarità, ma tutto lo staff ha deciso di anteporre la gratitudine alla vanagloria personale. E così, sul palco, è nato un convegno che ha riscosso successo durante il quale abbiamo dato voce e spazio a tutti. Indistintamente. Perchè la Salernitana è motivo di unione che non ha bisogno di protagonismo. La sala era piena, Mendicino è arrivato appositamente da Roma, mister Colantuono ha avuto la possibilità di raccontare quanto sia stato difficile lavorare in epoca di trust, trustee, covid e minacce federali, il collega Franco Esposito ha messo al centro del dibattito il tema dell' "emozione" e c'è stato - soprattutto - un bel dialogo tra club diversi, ma accomunati da una stessa passione.
Condotta amabilmente da Antonio Longobardi, il volto pulito del giornalismo locale e la più bella rivelazione di questo 2022, la serata è stata impreziosita dalla presenza di associazioni che operano nel sociale alle quali sarà devoluto parte del ricavato delle vendite. Merito anche della Longobarda Salerno, società dilettantistica che ci onora della sua amicizia e collaborazione. Di momenti toccanti ne abbiamo vissuti diversi: la lettera di Gianni Novella, chiamato a vincere la partita più importante, l'applauso a una donna che è tornata allo stadio 18 anni dopo un dramma personale, il sostegno a una ragazza di 30 anni che la vita ha messo a dura prova troppe volte. Ma anche aneddoti simpatici: chi ha rinviato il viaggio di nozze per seguire i playoff di serie C, chi ha battezzato la figlia allo stadio, chi ha sottoscritto un patto morale con la moglie "perchè la Salernitana è più importante", chi ancora ha inaugurato un club a ridosso del fallimento. Una tavola rotonda emozionante, con due video celebrativi che hanno reso tutto ancor più suggestivo. Macte Animo nacque proprio con questo scopo. La storia prettamente calcistica, fatta di schemi, tattiche e moduli, era nota già a tutti, fare un libro di fredde statistiche e tabellini non era nel nostro interesse. Sono LE STORIE di ciascuno a fare la differenza, quelle che toccano le corde del cuore, che fanno sorridere, che fanno capire che non è solo un pallone che rotola in una rete. La riflessione finale è su gran parte della stampa salernitana che ha preferito snobbare l'evento, gradite assenze verrebbe da dire. Perchè chi snobba manifestazioni a scopo benefico, utili ad aiutare chi soffre, perchè "il libro l'ha scritto la concorrenza" non è effettivamente degno di esserci. Il libro, per fortuna, non ha bisogno di pubblicità e di spazi sui giornali. Le associazioni che fanno beneficenza sì. Questa guerra tra poveri e farsi la lotta a vicenda pur amando la stessa squadra (ma la amano tutti per davvero?) è di quanto più stupido esista. Ma tant'è!
Torniamo a parlare di Salernitana. La doppia sconfitta in amichevole ha fatto storcere il naso a tanti tifosi. Considerando, però, che hanno giocato anche ragazzini o calciatori fuori rosa vien da dire che dare giudizi negativi da disfattisti sia eccessivo e ingeneroso. Certo, non ci iscriviamo al partito del buon Nicola che vede cose positive sempre e comunque dichiarandosi soddisfatto o divertito, ma non sono i sei gol presi in Turchia a far suonare il campanello d'allarme. Non è lesa maestà dire che questa rosa abbia una panchina inferiore e di molto ai titolari, nè chiedersi come mai chi va incontro ad infortuni si imbatta in ricadute con costanza. La speranza è che tutto l'ambiente possa sintonizzarsi nuovamente in "modalità salvezza", ricreando quel clima della passata stagione in cui ogni singolo tifoso scommise sul 7% creando fino alla fine quell'atmosfera giusta che fece la differenza e salvò la Salernitana. Il calendario è tremendo, non solo a gennaio. Big tutte in casa, in un Arechi che sarà quasi in versione campo neutro senza iniziative mirate a prezzi più bassi, scontri diretti tutti fuori e un Salernitana-Torino che, tra Milan, Atalanta e Napoli, deve essere visto come scontro diretto determinante in cui i granata del Nord devono posare i tre punti e tornare a casa. Cullarsi sul +10 (dato che certifica l'ottimo avvio di stagione, sia chiaro!) e pensare che la salvezza sia cosa fatta sarebbe atto di presunzione, a tutti i livelli. Paragonabile quasi ai clown cacciati dappertutto che ogni giorno coniano termini diversi per fare soliloqui privi di notizie e ricchi di riferimenti indiretti utili solo per attrarre i soliti noti caduti nella trappola del nulla in una (della) valle di lacrime. La Salerno sportiva li snobba e li disprezza, i social sono un'altra cosa. E proprio questa parte sana del tifo granata (la stragrande maggioranza) dovrà prendere per mano la squadra, trascinarla come solo la Sud sa fare. Senza aver paura, nel caso, di muovere una critica intelligente. Gli idioti ci vedono "vedovanze", gli intelligenti sanno che i problemi vanno evidenziati e risolti prima che sia troppo tardi. E a questa rosa servono cinque giocatori di spessore.
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