Dall'altare alla polvere in una settimana. Questo lo strano caso della Salernitana, passata da un clima di esaltazione dopo l'impresa sfiorata a Torino contro la Juve a un'improvvisa pioggia di critiche dopo il deludente ko interno contro il Lecce. In medio stat virtus, "la virtù sta nel mezzo", recitava un noto proverbio latino quanto mai calzante in questo contesto. Per intenderci: i granata non erano fenomeni prima, ma tanto meno non sono diventati brocchi adesso. 

Da alcune settimane si respirava un clima forse eccessivamente ottimistico in casa Salernitana, ma del tutto legittimato da un avvio di stagione davvero ottimo degli uomini di Nicola che, forse, possono recriminare per qualche punto perso per strada e hanno venduto cara la pelle contro avversari blasonati come Roma e Juventus. Tuttavia le prove pur incoraggianti non dovevano distogliere dal vero obiettivo stagionale, che è ed è sempre stato una salvezza tranquilla. Alla luce di ciò non si può che considerare la sconfitta contro il Lecce come un fisiologico incidente di percorso, che deve tuttavia mettere in guardia circa una lotta salvezza destinata a rivelarsi molto più complessa e agguerrita di quanto si creda. I salentini hanno dimostrato più fame e cattiveria agonistica di una Salernitana apparsa troppo presuntuosa e fisicamente sulle gambe, il Monza si è subito rivitalizzato con l'arrivo di Palladino in panchina e ha strappato il primo successo stagionale contro la Juve, la Cremonese, pur reduce da un ennesimo ko, è una squadra tutt'altro che rassegnata alla retrocessione. Insomma, ci sarà da battagliare.

Niente isterismi, dunque, ma una lucida analisi di quanto non ha funzionato contro i giallorossi. Le gambe, innanzitutto, non sembravano sciolte come nelle altre uscite, comprensibile dopo un carico simile in appena un mese. La sosta, in questo senso, sembra capitare a fagiolo, sebbene siano ben nove i granata impegnati con le rispettive nazionali. Da rivedere, inoltre, qualche mossa a centrocampo, dove, ad esempio, Vilhena ha dimostrato sì grandi doti tecniche, ma anche una certa incostanza anche all'interno dei novanta minuti. Impensabile, inoltre, pensare di fare totale affidamento su un 35enne come Candreva per la corsia di destra, dove occorre trovare una valida alternativa in rosa. L'ex Samp rappresenta un possibile valore aggiunto alla rosa di Nicola, ma necessita di essere dosato. Serve che il timido Bradaric cresca velocemente e si adatti al calcio italiano, così da permettere a Mazzocchi di poter tornare sulla corsia di competenza. Infine, occorre ritrovare un equilibrio difensivo smarrito, con sei gol incassati nelle ultime tre gare. Qualche disattenzione difensiva di troppo, unita a un filtro non sempre efficace nella mediana, ha fatto perdere per strada almeno tre-quattro punti. 

Occorre resettare e ripartire, consapevoli delle doti di questa squadra che, nonostante qualche battuta d'arresto, non ha mai smesso di proporre calcio. Nicola ha sicuramente sbagliato qualche scelta e qualche cambio a gara in corso anche contro il Lecce, ma è riuscito ad imporsi come punto di riferimento per tutta la squadra che sta plasmando a sua immagine e somiglianza. All'interno di un percorso di crescita, insomma, ci stanno le cadute e le sbucciature, ma l'importante è sapersi rialzare e imparare dagli errori. Consapevolezza, ma piedi per terra, perché la strada verso la permanenza in A è ancora lunga. 

Sezione: Editoriale / Data: Lun 19 settembre 2022 alle 00:00
Autore: Valerio Vicinanza
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