Una traversa, un palo, almeno quattro interventi decisivi del portiere, alcune occasioni clamorose fallite da Lukaku e il pareggio frutto di un cross sbagliato. Messa così sembrerebbe che la Salernitana abbia pareggiato per questione di fortuna. Certo, la dea bendata ha dato il suo contributo restituendo ai granata quanto spesso ha tolto nel recente passato, ma l'1-1 finale è frutto di un grande secondo tempo, della bravura di restare in partita fino all'ultimo secondo e della grinta di una squadra capace di conquistare il sesto risultato utile consecutivo (ed è record in A) e di fermare un'altra big del campionato italiano dopo Juventus, Lazio e Milan. In attesa della gara del Verona col Sassuolo, la Salernitana si porta a +10 sulla zona retrocessione, ha distanziato da tempo Sampdoria e Cremonese e ha un buon vantaggio sia sul Lecce, sia sullo Spezia. Tanta roba, soprattutto se pensiamo a dove eravamo un anno fa di questi tempi. I meriti di questo pareggio sono tanti. Ochoa è ovviamente l'uomo copertina. Sepe è un buon portiere, lo abbiamo rimarcato anche quando sul suo capo piovevano critiche ingenerose, ma il pipelet messicano sta vivendo una seconda giovinezza e ha meritato un voto altissimo in pagella. Stesso discorso per Gyomber - un muro - per Candreva e per un Nicolussi Caviglia finalmente preso in considerazione e particolarmente incisivo. Un plauso anche a Paulo Sousa che, al netto di una formazione iniziale discutibile (Bronn esterno non è scelta che ha pagato), ha chiuso con tre punte a cospetto dei campioni dell'Inter assaporando finanche la vittoria nel finale, quando Dia ha sbagliato un cross semplice con tre compagni liberissimi a centro area. Riconoscimento d'obbligo anche per la società, bravissima a isolare il gruppo dalle voci che si sono susseguite in settimana e che riguardano la gestione precedente: siamo certi che la vicenda si chiuderà con la proverbiale bolla di sapone e che la Salernitana non rischi assolutamente nulla. Ma bene hanno fatto Iervolino, De Sanctis, Milan e Fimmanò a tranquillizzare la piazza, a motivare la squadra e a spingere ogni componente a pensare esclusivamente al rettangolo verde.

A proposito di componenti, la tifoseria ha fatto in pieno la propria parte. Attaccare sotto la propria curva nel secondo tempo si conferma strategia vincente, la spinta della Sud e dei 24mila dell'Arechi ha inciso molto sulla prestazione e sul risultato finale. Il boato dopo il gol di Candreva è stato assordante, tra la Salernitana e la sua gente sta nascendo un rapporto di simbiosi che può fare la differenza più delle parate di Ochoa o dei salvataggi di Gyomber. A quota 29 punti si può dire che i granata siano quasi tranquilli, considerando che chiuderanno la stagione con un Empoli presumibilmente già salvo e a Cremona, contro un avversario retrocesso. Ma tra Torino e Sassuolo possono arrivare quei 4 punti utili ad archiviare la pratica in anticipo e godersi le restanti gare in relax e proiettandosi alla prossima stagione, quando questa proprietà alzerà l'asticella puntando per davvero alla zona sinistra della classifica. Per forza economica, ambizione del patron e calore del pubblico Salerno può essere l'isola felice del Sud.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 08 aprile 2023 alle 00:00
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
vedi letture
Print