E' assolutamente legittimo che una tifoseria così appassionata e che i tanti organi di informazione che seguono costantemente la Salernitana possano esprimere giudizi talvolta anche molto critici. Aver perso tre partite su quattro, ritrovarsi sotto di 5 gol a Reggio Emilia pur a cospetto di un pubblico maestoso, il rendimento di tanti volti nuovi e le divergenze tra dirigenza e area tecnica sono fatti oggettivi sui quali era doveroso soffermarsi con sprito sempre costruttivo e provando ad essere d'aiuto e sostegno alla nostra squadra del cuore. Tra meno di 48 ore, tuttavia, si torna in campo per il penultimo impegno casalingo di quest'intentissimo 2022 ed è doveroso, forse obbligatorio, mettere da parte qualsivoglia polemica o malumore per remare nella medesima direzione. A volte quest'appello sa tanto di frase fatta, eppure a Salerno quel dodicesimo uomo può aggiungerne tanti di punti in classifica e spostare per davvero gli equilibri. Chi era tra i 22mila di Salernitana-Fiorentina sa perfettamente di cosa stiamo parlando. Non avremo mai la controprova, ci mancherebbe, ma quel giorno il clima allo stadio era talmente caldo e coinvolgente che quella squadra avrebbe potuto battere chiunque. Lo stesso Milan futuro campione d'Italia e quasi sempre a dama lontano da casa dovette inchinarsi alla legge dell'Arechi. Non vogliamo più prodigarci in appelli: lo zoccolo duro è formato da 15mila persone (ed è già il doppio rispetto al recente passato), in tanti torneranno nel girone di ritorno per le gare con le big e quota 20000 è utopia anche per uno scontro diretto di vitale importanza. La speranza è solo una: che ogni singolo tifoso, che sia in curva o in qualunque altro settore, senta di poter essere determinante e di poter incidere sul risultato finale. I calciatori lo avvertono, gli avversari ne soffrono: dal riscaldamento al novantesimo sia un uragano granata pronto a soffiare forte alle spalle del cavalluccio marino per aiutarlo nelle difficoltà e accompagnarlo verso posizioni di classifica tali da ripagare il grande investimento della proprietà.

A proposito di proprietà,  rinnoviamo l'invito a fidarci di Iervolino. Uno che ha già dimostrato di non vivere di riconoscenza, di non guardare in faccia a nessuno e di giudicare esclusivamente fatti e risultati. Sarà lui, eventualmente, a prendere decisioni anche forti prima della sosta, a decidere se proseguire con gli attuali protagonisti o ripartire da zero. De Sanctis e Nicola restano sotto osservazione. Il primo per il numero esiguo di volti nuovi che, ad oggi, hanno fatto la differenza. Il secondo per l'involuzione sul piano del gioco e per alcune scelte che hanno fatto storcere il naso. "Del resto non ho speso 40 milioni per perdere 5-0 o salvarmi all'ultima giornata" è frase quanto mai eloquente, così come quella dell'avvocato Fimmanò: "Riconoscenza? Contano i punti. Per noi 10 sono pochi e con lo Spezia è decisiva per tutti. D'altronde Ranieri è stato esonerato dopo aver vinto uno storico scudetto". Lasciamo fare a loro, dunque. Tributando, contestualmente, un saluto calorosissimo a Franck Ribery. E' vero, qui abbiamo visto solo sprazzi di quel grande campione che ha fatto la storia del calcio. Ma già solo poterlo ammirare sotto la Sud e col cavalluccio marino sul petto è un onore straordinario. Che gioia sarebbe avere già da domani la conferma ufficiale che resterà a Salerno, seppur sotto un'altra veste. Sarebbe il più bel bigliettino da visita per una società già di altissimo livello e che, con un Ribery in più nel motore, potrà diventare il fiore all'occhiello del Sud.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 21 ottobre 2022 alle 00:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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