Sono ore febbrili quelle che sta vivendo la città di Salerno per le sorti della propria squadra del cuore. La piazza salernitana, dopo aver vissuto giorni di felicità per la promozione in massima serie, è caduta nello sconforto per il caos generato dal problema multiproprietà. Claudio Lotito è obbligato a vendere una delle due società che gestisce. Detto dell'impossibilità a vendere in così poco tempo, l'ex co-patron ha optato per il trust, istituto giuridico che ha come obiettivo quello della gestione del patrimonio della Salernitana con l'obiettivo di vendere la società. Tutto ok se non fosse che la FIGC ha respinto la documentazione dei granata. Da quel momento si sono susseguite tutta una serie di notizie più o meno veritiere su una possibile esclusione della Salernitana dal campionato di serie A. Una esclusione ancora non del tutto scongiurata, visto che il Consiglio Federale si esprimerà solo nelle prossime ore. Sembra davvero incredibile che una società che ha vinto meritatamente il campionato di B sul campo dopo tanti sacrifici, non possa partecipare al campionato di massima serie. Uno scenario simile sarebbe una sconfitta per tutti, a cominciare dalla Federazione che ha permesso a suo tempo la gestione da parte dello stesso soggetto di due squadre (anche se in categorie diverse) senza porsi già allora il problema. La stessa proprietà ha iniziato forse troppo in ritardo a porsi questo problema, eppure la squadra granata è in serie B (e quindi potenzialmente anche in serie A) già da 6 anni, durante i quali si era già parlato almeno di playoff (l'anno scorso furono mancati solo per un punto all'ultima giornata). Chi ci rimette è la tifoseria, ma anche i calciatori che hanno firmato l'impresa. Va tutelato il merito sportivo, in un modo o nell'altro. Non è davvero pensabile che in un calcio in cui vengono ammesse squadre indebitate (che poi puntualmente durante il campionato vengono colpite da penalizzazioni o addirittura estromesse), debba essere esclusa una società pulita, che chiude il bilancio in attivo e che ha pagato tutti gli stipendi puntualmente. In un modo o nell'altro FIGC e società uscente devono trovare un compromesso. Ne va della credibilità di tutto il sistema calcio italiano.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 06 luglio 2021 alle 00:00
Autore: Lorenzo Portanova
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