Se il primo tempo si fosse chiuso sul 3-0 per la Salernitana non ci sarebbe stato assolutamente nulla da dire. Certo, il Cesena era un avversario ampiamente alla portata, arrivato dalla C e che oggi non aveva a disposizione tre titolari come Curto, Calò e Kargbo e con bomber Shpendi costretto a partire dalla panchina a causa di un lieve problema fisico ereditato dalla gara di sabato scorso contro il Brescia.
Se, però, in attacco si continuano a sbagliare tanti gol (Torregrossa ad oggi un flop e l'errore di Simy è inaccettabile a certi livelli) e si concedono azioni come quella che ha comportato l'espulsione di Fiorillo, allora c'è poco da fare. Nel primo caso si paga a caro prezzo la politica al risparmio della società abbinata alla scelta di Petrachi di affidarsi ad un giocatore in involuzione da tre anni e a un giovane evidentemente acerbo e che oggi è stato spedito in tribuna per scelta tecnica.
Nel secondo, invece, ci vorrebbe un'analisi più profonda da parte dell'allenatore. Oggi Martusciello ha cambiato qualcosa dal punto di vista tattico e la Salernitana ha offerto un discreto spettacolo per mezz'ora, combattendo alla grande in 10 contro 11 e sfiorando il vantaggio pure in inferiorità numerica senza concedere un solo tiro in porta al Cesena. Tuttavia, se in casa e in vantaggio si lascia un solo difensore nella propria metà campo, a ridosso del 45', costringendo il portiere ad un'uscita pericolosa e da rosso diretto, allora è anche l'aspetto tattico che sta penalizzando una squadra che ha grossi limiti.
Nessuno disconoscerà mai all'allenatore e al direttore sportivo di aver ereditato una situazione precaria, guai a dimenticare in che condizioni sia stato fatto il ritiro e quanti paletti abbia posto il dimissionario presidente pur con un'estate di incassi senza precedenti. A Martusciello e Petrachi va dato atto di aver formato un gruppo, bonificando lo spogliatoio e proponendo a tratti un bel gioco. E' del tutto evidente che la Salernitana non abbia raccolto quanto avrebbe meritato e che possa recriminare per le gare con Sudtirol, Reggiana, Pisa, Catanzaro, Spezia e Cesena.
I se e i ma, però, non fanno la classifica e non aggiungono punti e oggi la situazione è preoccupante. I granata saranno di scena nella bolgia del San Vito-Marulla di Cosenza, contro un avversario che ha fatto sin qui meglio dei granata e con l'obbligo di giocare con un ragazzino tra i pali, Tongya ancora ko per l'ennesimo problema fisico - stavolta traumatico - e un terzetto offensivo che fa tremendamente fatica. O si pensava che Velthuis, Tello, Dalmonte, Braaf, Wlodarczyk, Ghiglione, Njoh e Torregrossa avrebbero risolto i problemi?
Gennaio è ancora abbastanza lontano, sarà in quella occasione che capiremo la reale volontà di una proprietà che, avesse investito la metà di quanto introitato, oggi avrebbe potuto ambire al salto di categoria in una B che, Sassuolo a parte, sembra equilibrata e livellata verso il basso. C'è poi la questione arbitrale: era il caso di scegliere Scatena per un match delicato, in uno stadio caldo e tra due squadre di blasone?
Alcune situazioni sono state gestite veramente male e la Salernitana, dalla prima giornata ad oggi, ha motivo di lamentarsi. Ma ogni alibi viene a cadere se poi si commettono ingenuità come quella di Ghiglione o se, al centro dell'attacco, che un giocatore che ha vissuto da separato in casa le ultime tre estati. Peccato davvero, punti come quelli di stasera rischiano di pesare in un percorso che vede l'Arechi non più fortino, ma terra di conquista. E i 6000 spettatori in meno rispetto alle primissime giornate lasciano capire che la gente non crede in questo nuovo corso.
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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