C'è solo la matematica a dividere la Salernitana da una salvezza, che, a tre giornate dalla conclusione del torneo, appare ormai una formalità. Il successo nel finale contro l'Atalanta ha permesso di tirare un sospiro di sollievo ai tanti sostenitori granata, non più intenzionati a ripetere l'esperienza da brividi della passata stagione, con una salvezza al fotofinish. A rimandare la festa è stato solo l'imprevista vittoria dello Spezia su un Milan in piena crisi, ma la Salernitana si è messa nelle condizioni di poter celebrare il traguardo comodamente dal divano: se infatti sabato prossimo il Verona non dovesse andare oltre il pareggio in casa dell'Atalanta, i granata potranno andare in scena lunedì all'Olimpico di Roma contro i giallorossi già certi della permanenza in Serie A. Dopo il trionfo del Napoli, si prospetta un'altra meritata festa tutta campana, per una salvezza forse procrastinata troppo, in rapporto al valore della rosa, ma sicuramente tutt'altro che scontata.
Quella ammirata contro i nerazzurri è stata una Salernitana diversa rispetto a quelle ammirate nelle scorse giornate, Empoli a parte. Contro la Dea, infatti, si è vista una squadra forse meno "bella" e spregiudicata, ma estremamente lucida, compatta, organizzata ed efficace, capace di imbavagliare per quasi tutto il match i temibili avanti atalantini senza correre grossi rischi e al tempo stesso senza mai rinunciare ad attaccare. Un'ennesima prova di maturità per la squadra e per mister Sousa, che ha dimostrato una capacità camaleontica di adattarsi all'avversario, ma senza scendere a compromessi e proponendo, comunque, la sua idea di calcio. La Salernitana ha saputo gestire le energie per tutti i 90', far sfogare l'Atalanta nei primi 45', e colpire nella ripresa con le solite scorribande in profondità, ormai un vero marchio di fabbrica. Il gol del vantaggio di Candreva che ha mandato in visibilio l'Arechi, poi, è da manuale del gioco del calcio: una giocata provata e riprovata in allenamento, svolta con una tale rapidità da sembrare semplice.
Impossibile non riservare una menzione d'onore all'autore del gol. Antonio Candreva si è dimostrato ancora una volta un ragazzo umile, che ha sposato fin da subito la causa granata con reale passione e ha saputo mettere tutta la sua esperienza al servizio della squadra. Uno schiaffo morale a chi lo dava per bollito: l'ex Inter rappresenta un leader sia tecnico che caratteriale, che ha saputo garantire sia costanza di rendimento che una tenuta fisica davvero eccellente, come dimostrano le 32 presenze, i 5 gol e i 4 assist in stagione. Un plauso, ovviamente, anche a De Sanctis, che ha creduto in lui fin da subito e ha avuto il coraggio di scommettere su un classe '87.
Adesso tre partite in cui la Salernitana, oltre a raggiungere la matematica, ha anche la possibilità di fissare il nuovo record di punti nella massima serie. Con la vittoria sull'Atalanta, infatti, i granata hanno raggiunto quota 38, pareggiando lo score finale della tragica annata 1998-1999, quando un simile bottino non bastò ad evitare la Serie B, in un campionato che prevedeva quattro retrocessioni. Un ulteriore stimolo per la Salernitana di Sousa, che ha già bruciato diversi record ed è saputa entrare nel cuore dei tifosi.
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