Ha vissuto a Salerno tre tipi di esperienze: calciatore, allenatore della squadra Primavera e tecnico della prima squadra, con alterne fortune e con contestazioni talvolta eccessive da parte di una tifoseria che, in realtà, non gli ha mai perdonato un'esultanza ritenuta eccessiva in un Cagliari-Salernitana passato alla storia più per l'abbraccio tra lui e Scarpi che per il risultato negativo che, di fatto, condannò i granata alla retrocessione. Gianluca Grassadonia, però, merita di essere ricordato sia per l'ottimo rendimento offerto sul campo, sia per la capacità di valorizzare tanti prodotti del vivaio della Salernitana Calcio ed ai microfoni di TuttoSalernitana.com commenta così il suo rapporto con la piazza di Salerno: "Ci sono stati alcuni episodi particolari che mi hanno coinvolto emotivamente, ma credo che a distanza di tanti anni la gente abbia imparato ad apprezzarmi di più, purtroppo nel calcio ci sono molte pressioni e talvolta ci si lascia prendere dalla rabbia per la mancanza di risultati. Da giocatore credo di aver fatto parte di una grande Salernitana, forse se non fosse stato cambiato l'organico da una stagione all'altra avremmo potuto puntare alla A anche prima del 97-98, dico anche che sono orgoglioso di aver chiuso la carriera a Salerno pur in un'annata sportivamente parlando negativa". Da allenatore, invece, Grassadonia riuscì a dare un'identità precisa ad una squadra allo sbando: "Quando arrivai eravamo già ultimi e con un notevole distacco dalla zona salvezza, ma il gruppo mi seguiva e provammo a dare un senso al finale di stagione. Ricordo che vincemmo contro Ancona, Empoli e Torino e pareggiammo col Cesena, squadre che lottavano per la A, mentre i due ko con Gallipoli ed Ascoli influirono negativamente sul nostro rendimento, senza dimenticare che con la Triestina fallimmo un penalty che poteva regalarci tre punti e qualche speranza. Anche gli episodi arbitrali non ci aiutarono, ci fischiarono tanti rigori contro, su tutti quello di Padova, e ce ne negarono alcuni clamorosi così come accaduto a Modena. Dopo il mio esonero la Salernitana fece un punto in tredici partite, ma quel -6 fu penalizzante: ho un bel ricordo di Cerone, una brava persona".

Grassadonia conosce bene la piazza di Salerno e ritiene che il fattore tifo possa davvero influire sull'esito dei singoli incontri e del campionato: "Il fattore campo incide molto, quando si parla di dodicesimo uomo in campo non è mai una frase fatta. Io lo definisco "l'Arechi importante", quello stadio che ti sostiene e ti trascina e che ti permette di ribaltare partite che sembrano ormai perse. Ero allo stadio in occasione di Salernitana-Lecce e quell'atmosfera era entusiasmante, sicuramente è un'arma in più che i granata dovranno sfruttare partita dopo partita". Infine una battuta sul campionato in corso: "La Salernitana, a prescindere dai risultati iniziali, è un'ottima squadra ed ha tutto per far bene, non dimentichiamo che ha alle spalle una società solida che in due anni ha compiuto un'impresa sportiva. La rosa è competitiva, sinceramente mi dispiace che Zampa trovi poco spazio: a quest'età, se non senti la fiducia dell'ambiente e non giochi con continuità, rischi di perdere quella dose d'autostima che fa la differenza. Forse ci sono squadre un pò più attrezzate dei granata, ma sarà una Prima Divisione affascinante e ricca di colpi di scena".

Sezione: Esclusive TS / Data: Lun 23 settembre 2013 alle 21:50
Autore: Gaetano Ferraiuolo
vedi letture
Print