TS - Vuletich: "Ero partito benissimo, sarebbe bello tornare per dare un contributo alla Salernitana"

Intervistato in esclusiva dalla redazione di TuttoSalernitana, l'ex attaccante Agustin Vuletich ha rilasciato una interessante intervista parlando con estrema sincerità del suo percorso con la maglia granata: "Quando ho firmato ero felicissimo, ricordo la prima conferenza stampa in compagnia del direttore Fabiani: alcuni giornalisti mi hanno chiesto se fosse vero l'interesse di società di categoria superiore, evidentemente avevo destato una buona impressione. In ritiro avevo lavorato bene, anche nelle prime gare di campionato sono sceso in campo con regolarità e non mi posso lamentare del mio rendimento. Ho segnato in coppa Italia, sentivo la fiducia della gente e non mi sono fatto abbattere dai fischi quando non sono piaciute le mie performance. Quando è arrivato Gregucci sono cambiate tante cose e non sono riuscito a darmi una spiegazione, ma mi è dispiaciuto lasciare Salerno perchè mi sentivo pronto per dare una mano. Tornare? Mi piacerebbe, in Italia mi sono trovato benissimo ed è il sogno di ogni calciatore disputare quei campionati".

Si chiede a Vuletich un giudizio su Djuric e sul sistema di gioco attuato da Castori che vede gli attaccanti molto impegnati in fase difensiva e poco serviti in area: "Sono contento per Milan. Quando ho giocato a Salerno mi ha raccontato tutti i tipi di infortuni che ha subito in precedenza, era normale non rendesse al massimo in quelle prime settimane. E' un professionista eccezionale, faceva gli straordinari per ritrovare una condizione fisica ideale e dare un contributo alla squadra. La gente lo fischiava e non era semplice, ma si è fatto scivolare tutto addosso grazie alla consapevolezza delle sue qualità. Con Ventura è andato in doppia cifra: se non sei un grande attaccante non ci riesci, sono i numeri che parlano e non si può mettere in discussione un giocatore di questo livello e che si completa benissimo con Tutino. Il calcio moderno impone un lavoro sfiancante in fase di non possesso, è vero, ma lo fanno anche i più grandi centravanti del mondo e non mi sembra segnino di meno".