Salernitana, e ora? La terza promozione in serie A della storia ha scatenato l’entusiasmo della città che, in questo mese, ha vissuto tutto con grandissimo trasporto emotivo manifestando amore per la squadra nonostante la maledizione delle porte chiuse. Striscioni, scaramanzia, presenza costante all’esterno dello stadio, video celebrativi su face book, migliaia e migliaia di persone per strada quando è finita la partita col Pescara, città e provincia che iniziano a colorarsi di granata e l’ennesima prova di maturità del mondo ultras che, in segno di rispetto, ha interrotto momentaneamente ogni celebrazione per commemorare un tifoso tragicamente scomparso proprio durante i festeggiamenti a causa di un incidente stradale. Nei numeri è certificato il trionfo granata: 19 vittorie (in pratica un intero girone), appena sette sconfitte, secondo miglior rendimento casalingo, miglior difesa nel girone di ritorno, record di sette gare di fila senza subire reti, Tutino a quota 13 reti e la capacità di classificarsi ben al di sopra di Monza e Lecce pur avendo perso in modo netto gli scontri diretti. Ora, però, è tempo di programmare il futuro con la consapevolezza che, in A, sarà tutto un altro mondo e che servirà una organizzazione perfetta per non vanificare i tanti sacrifici fatti. Il tema della multiproprietà è al centro dei pensieri: il club ha lasciato intendere di essere ad un passo dalla cessione (ma è stata smentita ancora una volta la pista Della Valle), ma allo stesso tempo valuterà se ci siano margini legali per combattere rispetto ai divieti posti in essere dal famoso articolo 16 bis delle Noif che, ad oggi, vieta anche a Marco Mezzaroma di restare nel mondo del calcio essendo affine di Claudio Lotito. Un pool di avvocati che segue i presidenti parla addirittura di anticostituzionalità, ma lunedì ci sarà un consiglio federale convocato appositamente in cui si ribadirà che ci saranno appena 30 giorni per risolvere la questione, altrimenti Lazio e Salernitana rischiano l’esclusione dal campionato.

Cristina Mezzaroma, moglie di Lotito, per certi aspetti si è già congedata: “Speriamo che il prossimo presidenti ami Salerno quanto noi”, ma la versione ufficiale dei proprietari è differente: “Rispetteremo le norme, non ci sono dubbi. Ma le regole vanno capite e interpretate nel modo giusto. Ad ogni modo siamo in una posizione comodissima: nella peggiore delle ipotesi venderemo una società presa in Eccellenza e riportata in A, sapendo che il prezzo lo dettiamo noi”. Ed è qui che casca l’asino. Perché se è vero che Lotito e Mezzaroma non possono reggere il timone in A, è altrettanto vero che la normativa specifica che “non si possono applicare le sanzioni se il mancato rispetto delle norme deriva da fattori indipendenti dalla volontà dei soggetti interessati”. In pratica a loro tocca metterla in vendita, se poi non ci sono acquirenti o imprenditori che soddisfino le richieste economiche si entra in un campo diverso da quello del regolamento sportivo. Un caos, dunque, molto più “pro Salernitana” rispetto a quanto si dice a livello nazionale. Intanto, però, c’è un programma tecnico da avviare. Quasi certamente si ripartirà da mister Fabrizio Castori e dall’ossatura della rosa che ha vinto il campionato, mentre il ds Angelo Fabiani è arrivato al capolinea e potrebbe concludere la sua altalenante avventura dopo 7 anni.

Sezione: News / Data: Gio 13 maggio 2021 alle 20:30
Autore: TS Redazione
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