Talismano per la storia recente, osso duro per il presente. Prima del ciclo conclusivo del campionato, che vedrà la Salernitana impegnata in cinque scontri diretti che si preannunciano già infuocati, la formazione di Gian Piero Ventura dovrà sostenere domani l’esame Ascoli. Nelle ultime due stagioni le vittorie con i bianconeri in trasferta hanno rialzato le ambizioni della squadra con l’ippocampo sul petto, che spesso, quando in difficoltà, è riuscita a tirare fuori il massimo delle energie tornando dalle Marche con un bel sorriso e qualche punto di platino in classifica. Basti pensare al successo dell’anno scorso, quando la formazione allenata da Gregucci trovò un roboante successo per 4-2 al Del Duca, spazzando, in uno dei pochi pomeriggi sereni della terza esperienza del trainer tarantino in granata, le due sconfitte interne con Lecce e Benevento. Fu il secondo e ultimo successo lontano dall’Arechi per Di Tacchio e compagni, in una giornata suggellata dal primo gol in granata di Calaiò e da una vittoria che pareva alimentare le velleità della Salernitana in chiave playoff, prima del disastroso epilogo che ha rischiato di compromettere la permanenza in B. Anche un anno prima, il successo in casa dei bianconeri fu fondamentale per la gestione Colantuono. Il trainer di Anzio, subentrato a dicembre a Bollini, rischiò infatti seriamente di finire anzitempo la sua esperienza all’ombra dell’Arechi, dopo una serie di risultati negativi culminati con la sconfitta interna con il Parma quando, si sussurra, il trainer ex Atalanta avrebbe anche accarezzato l’idea delle dimissioni in una nottata segnata dalla dura contestazione della tifoseria nei confronti di patron Lotito.

Ci volle così il successo del 3 marzo 2018 a calmare le acque, con il 3-1 giunto grazie ad una doppietta di Bocalon e alla rete di Casasola, a cancellare una striscia negativa fatta di quattro sconfitte e un solo pareggio nelle cinque gare precedenti. Un successo netto, utile a scacciare i primi nuvoloni di colore nero che si iniziavano ad aggirare sul capo di Colantuono, che una settimana dopo nel derby con l’Avellino riuscì a rialzare l’umore di squadra e piazza, rilanciando, anche se solo per qualche settimana, le ambizioni playoff della Salernitana. E come dimenticare, sempre in tema di precedenti, il pareggio firmato a tempo scaduto da Bagadur nell’aprile del 2016, la cui zuccata al 92’ regalò alla formazione di Menichini, anche lui arrivato in sostituzione di Torrente, un punto che alla quartultima giornata di campionato consentì ai granata di restare in scia salvezza, ottenuta poi dopo i playout con il Lanciano.

In totale, sono 5 le sfide consecutive in terra marchigiana senza sconfitte per i granata, che l’ultimo ko al Del Duca l’hanno rimediato dieci anni fa, mentre sono 11 di fila le gare da imbattuta tenendo conto anche dei precedenti all’Arechi. Striscia positiva che anche Ventura sogna di allungare, per aggiungere una piccola ipoteca sulla permanenza all’interno della griglia playoff e per arrivare al tour de force di fine regular season nelle migliori condizioni. Occhio, però, a un Ascoli rivitalizzato dalla cura Dionigi, quarto tecnico stagionale chiamato in sostituzione di Abascal e capace in 180’ di pareggiare in casa con il Crotone, principale candidata al secondo posto che vale la promozione diretta, e poi di vincere a Cosenza su una delle squadre ripartite meglio dopo il lockdown.

Sezione: News / Data: Ven 10 luglio 2020 alle 12:30 / Fonte: La Città
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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