A Salerno ha disputato oltre 130 gare ufficiali, vincendo due campionati e due coppe oltre alla salvezza nello spareggio con il Lanciano nel giugno del 2016. A Benevento, agli ordini di Inzaghi, ha dominato nell'annata 2019-20, quella condizionata dal covid. Una cavalcata trionfale che gli permise di ritrovare la massima serie dopo l'esordio con la Lazio del suo mentore Claudio Lotito. Alessandro Tuia, che a breve tornerà a giocare in Italia dopo un'esperienza all'estero, ha rilasciato un'interessante intervista ai nostri microfoni:

Benevento reduce da un ko, per la Salernitana una sola vittoria nell'ultimo mese. Per chi scotterà di più il pallone?

"Sarà una partita delicata per entrambe, nelle prime quattro posizioni c'è grande equilibrio. E' la classica gara in cui vince chi avrà più personalità. La Salernitana forse prevale sotto il profilo dell'esperienza, ma il Benevento sta facendo un ottimo campionato. Il cambio di allenatore dà sempre una scossa emotiva, col Monopoli hanno vinto giocando bene e se il direttore sportivo ha scommesso su Floro Flores evidentemente ha intravisto doti importanti che hanno spinto il club a fare una scelta anche in prospettiva. Ma è chiaro che sarebbe un errore parlare di derby determinante. Certo, se vinci c'è una spinta psicologica diversa..."

Come spiega la differenza di rendimento del Benevento tra casa e trasferta?

"Il fattore campo è molto importante nelle piazze del Sud. Certo, se vuoi ambire al salto diretto di categoria è fondamentale conquistare risultati anche in trasferta".

Che ricordi ha delle due squadre?

"Quando parlo di Salerno dico sempre che è stata la piazza che ha fatto svoltare la mia carriera. Dopo la retrocessione a Foligno non mi sentivo più motivato, in granata però sono rinato e ho provato emozioni incredibili. E' una tifoseria che ti fa sentire calciatore vero e che ti fa crescere sul piano umano, partimmo dalla C2 e ci ritrovammo in B. Anche a Benevento, però, sono stato benissimo e non posso dimenticare il ritorno in A".

E' d'accordo con chi dice che la maglia granata pesi particolarmente?

"Io la penso diversamente. La maglia è pesante a seconda di quanta importanza le dai. Ogni calciatore deve sempre onorare i colori sociali, a prescindere se sei secondo in classifica o se lotti per non retrocedere. Un professionista deve essere sempre responsabile. Certo, a Salerno c'è una tifoseria esigente perchè è consapevole di meritare palcoscenici diversi".

Con Iervolino dalla A alla C, eppure la tifoseria non ha mai contestato contrariamente a quanto accadeva con la precedente società...

"Ho vissuto la doppia retrocessione della Salernitana molto male. L'ho sempre seguita, mi è dispiaciuto tanto. E' stato uno strazio calcistico, i granata hanno subito una delle più grandi ingiustizie di sempre ed è inspiegabile l'epilogo playout. Quanto alle contestazioni, credo che non andare allo stadio non giovi a nessuno ed è stato giusto e intelligente anteporre a tutto l'amore per la maglia. Non so perchè Lotito era bersagliato, ma ha la pelle dura e ha saputo gestire tutto al meglio. Poi i risultati si sono visti".

C'è qualche rammarico legato alla sua esperienza a Salerno?

"Purtroppo ho avuto tanti infortuni, la rottura del crociato nel match di agosto contro il Pisa mi ha frenato nel momento migliore della mia carriera. Anche aver lasciato Salerno è stato un colpo al cuore, purtroppo non c'erano i presupposti per proseguire assieme. Non c'era intenzione della dirigenza di rinnovarmi il contratto, segnai con Novara e Bari e provarono a riaprire il discorso ma ormai avevo un accordo col Benevento. La mia riconferma doveva prescindere dalle prestazioni nel finale di stagione, ho dato tanto anche umanamente e fu una sconfitta non essere preso in considerazione per continuare. Avvertii di non essere parte del progetto".

Con Menichini subivate pochissimi gol e andaste in B, questa Salernitana invece fa fatica...

"Bisogna trovare un equilibrio, statisticamente si vince il campionato quando si prendono pochi gol, a meno che non hai un attaccante che segna due gol a partita. Ma è la difesa che fa sempre la differenza".

Un suo ricordo dei derby tra Salernitana e Benevento...

"Quello che ricordo più volentieri è storia della stagione 2014-15, con Scognamiglio che fece fallo da rigore su Colombo. Fu l'anno della promozione dalla C alla B, nell'aria c'era qualcosa di magico e negli spogliatoi ci fecero vedere un video di sostegno delle nostre famiglie prima di scendere in campo. Avevo le lacrime agli occhi, poi c'erano 22mila spettatori. Vincemmo 2-0, davvero non si poteva sbagliare. Una sola volta ho affrontato i granata da avversario nel derby, non l'ho vissuta da protagonista perchè subentrai nella ripresa dopo un infortunio".

Quanto finisce lunedì?

"1-2 per la Salernitana"

Sezione: News / Data: Mer 26 novembre 2025 alle 18:30 / Fonte: La Città
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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Caporedattore dal 2024
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