C'è un proverbio che recita "sbagliando s'impara", ma evidentemente qui a Salerno questo detto popolare non ha trovato terreno fertile. Mentre agosto avanza inesorabile e il campionato si avvicina a grandi falcate, la Salernitana sembra intrappolata in un loop temporale che ha il sapore amaro del già visto: un mercato che parte a razzo e finisce in un vicolo cieco, impantanato tra esuberi invendibili e lacune che gridano vendetta.

Le illusioni di luglio

Diciassette giorni. Tanto è passato dall'ultimo acquisto ufficializzato dalla dirigenza granata, che dopo aver fatto fuochi d'artificio nelle prime settimane di mercato con dodici volti nuovi, ora naviga in acque più che mai agitate. Faggiano aveva iniziato con il piglio giusto, dimostrando acume e pragmatismo nel pescare dal mercato degli svincolati: una strategia intelligente per una società che doveva ricostruire dalle macerie della Serie B.

Ma se il buongiorno si vede dal mattino, le nuvole all'orizzonte si stanno addensando con una rapidità che fa tremare i polsi. La rosa promessa "completa all'80%" per l'inizio della seconda fase del ritiro a Norcia rimane un miraggio, e quella percentuale sembra più un auspicio che una realtà concreta.

Il peso dei fantasmi

Ecco il vero nodo gordiano che sta strangolando le ambizioni granata: gli esuberi con stipendi da serie superiori che nessuno vuole. Daniliuc, Lovato, Maggiore, Sepe, Tongya, Dalmonte e Legowski non sono semplici nomi su una lista, ma zavorre economiche che impediscono al direttore sportivo di muoversi con la libertà necessaria. È la stessa identica dinamica che aveva paralizzato Morgan De Sanctis prima, Walter Sabatini al suo ritorno a Salerno, poi Petrachi che rischiò l’ulcera per aver dovuto rinunciare a calciatori di prima fascia già bloccati, e che oggi tiene le mani legate anche a  Faggiano.

La cessione di Bradaric al Verona rappresenta l'unica boccata d'ossigeno in un mercato in uscita che sembra più un'operazione di archeologia calcistica che una strategia moderna. Nel frattempo, giocatori come Liguori e Knezovic si stanno ammuffendo mentre attendono da settimane l'ufficializzazione, in un limbo che sa di dilettantismo più che di professionalità.

Il divario che cresce

Mentre la Salernitana annaspa tra cessioni impossibili e acquisti al rallentatore, le rivali dirette per la promozione macinano colpi su colpi. Il Benevento ha già costruito una squadra da categoria superiore, il Catania non è da meno con rinforzi di assoluto livello. I granata rischiano di presentarsi ai nastri di partenza con una rosa bella ma drammaticamente incompleta: servono ancora un portiere, due difensori centrali, due esterni, due centrocampisti e due attaccanti. Non bruscolini, ma l'ossatura portante di qualsiasi progetto ambizioso.

La lezione non appresa

La drammatica ironia di tutto questo è che stiamo assistendo alla terza fotocopia di una strategia fallimentare. Due retrocessioni consecutive avrebbero dovuto insegnare alla società granata che il calcio moderno non ammette improvvisazione, che i mercati si vincono con programmazione e tempismo, non con speranze e rattoppi dell'ultimo minuto.

Eppure, eccoci qui: un agosto che profuma già di settembre, con una squadra che sulla carta può far sognare ma che nella realtà presenta più buchi di un colabrodo. E mentre Faggiano spera di "annunciare al più presto quei giocatori già bloccati", la sensazione è che si stia giocando contro il tempo in una partita già compromessa dalle mosse precedenti.

L'ultima chiamata

La seconda fase del ritiro di Norcia potrebbe rappresentare l'ultima occasione per invertire la rotta. Ma le premesse non sono incoraggianti: una società che sembra soffrire di amnesia selettiva, un mercato che replica gli errori del passato e rivali che corrono mentre i granata camminano.

Se davvero il calcio insegna che "chi non impara dalla storia è condannato a ripeterla", la Salernitana sembra aver scelto di laurearsi con lode in questa triste disciplina. E i tifosi, giustamente, iniziano a guardare con sospetto una campagna acquisti congelata che profuma di déjà-vu.

Il tempo stringe, le ambizioni restano invariate, ma la sensazione è che anche quest'anno si stia correndo il rischio di arrivare impreparati a un appuntamento troppo importante per sbagliarlo per l'ennesima volta. 

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 03 agosto 2025 alle 09:00
Autore: Giovanni Santaniello
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