La redazione di TuttoSalernitana ha avuto il piacere di intervistare Francesco Galeoto, calciatore che a Salerno ha vinto un campionato e che ricorda sempre con molto affetto i colori granata. Ecco quanto ha dichiarato a poche ore dalla partita con il Cittadella che vale una stagione: "E' vero, sarà una partita di vitale importanza. Per loro, ma soprattutto per la Salernitana. Dò per assodate le due vittorie casalinghe con Cosenza e Mantova: con quel pubblico e quel tifo è evidente che i granata partano favoriti e possano battere chiunque. Serve il colpo fuori e il Tombolato può essere lo stadio giusto".

Sull'attualità e sulle differenze tra i calcio di oggi e quello della sua epoca, Galeoto risponde così: "Sono cambiati i tempi. Noi eravamo un gruppo vero, vivevamo la città, ci piaceva respirare l'umore della gente per incarnare in campo ciò che loro desideravano. Altro che porte chiuse e silenzio stampa: sapevamo assumerci le responsabilità, da uomini e soprattutto quando le cose non andavano nel verso giusto. La squadra appartiene alla gente e alla città, noi siamo di passaggio. E quando abbiamo l'onore di rappresentarvi è d'obbligo dare il 110%. 

Oggi, invece, dopo la partita si preoccupano delle pagelle dei giornali o si mettono a smanettare per ore sui social. Non mi ci riconosco più in questo calcio, non mi piace. La maglia devi sentirtela addosso 24 ore su 24, è con i fatti e con il cuore che conquisti la gente e non con la frase ad effetto su facebook o su instagram.

E poi gli allenatori. Delio Rossi faceva tutto, dalla parte tattica alla preparazione atletica. Oggi c'è il vice, chi mette i cinesini, chi cura le palle inattive, chi fa il match analyst. Che confusione: la guida tecnica deve essere una, il punto di riferimento. Io mi auguro che tutti coloro che lavorano per la Salernitana si rendono conto del momento delicato e stiano al fianco dei calciatori, anche per annullare ogni tipo di alibi. Far fronte comune è essenziale, questa piazza non può retrocedere. Non scherziamo".

Galeoto conosce molto bene Breda e gli chiediamo un parere su questa breve e negativa esperienza da allenatore: "Credo che Breda sia un ottimo allenatore che, però, ha sentito troppo la maglia. Sappiamo benissimo quanto sia innamorato di Salerno, della Salernitana e dei tifosi e certo non meritava un trattamento del genere soprattutto da parte della dirigenza. Difenderlo pubblicamente e poi esonerarlo in quel modo fa storcere il naso, stiamo parlando di una bandiera e di una persona che comunque ha fatto il massimo vincendo anche partite che, nel tempo, torneranno utili.

Ora c'è Marino e credo che sia stata un'ottima scelta. Siciliano, uomo del Sud, passionale e dunque adatto ad una piazza come la vostra. La prima partita è andata bene, ora occorre il colpo fuori. Ho letto il calendario, secondo me vincendo lunedì ci sarebbe un passo in avanti fondamentale. E poi la squadra è competitiva e non vale assolutamente quella posizione di classifica".

Sul pubblico di fede granata: "E' una delle poche tifoserie che, nel tempo, ha mantenuto intatta la passione. Forse ai miei tempi c'erano 2-3 mila persone in più in media, ma chi porta 15mila spettatori per Salernitana-Sudtirol con una squadra penultima? Dico sempre che quel tifo non è il dodicesimo, ma il diciottesimo uomo. Quello che ti fa vincere le partite. Come puoi non dare qualcosa in più quando hai una spinta del genere che arriva dalla curva, ma anche dagli altri settori dello stadio che partecipano come se stessero davvero giocando con te?".

Una battuta su Palermo e Salernitana, "due blasonate che meriterebbero altri palcoscenici. Sono tifosissimo del Palermo e legatissimo ai granata. Purtroppo entrambe, negli ultimi tempi, hanno dovuto fare i conti con gli errroi dello stesso direttore sportivo. Preferisco non aggiungere altro in merito, il mio pensiero è noto e i risultati di De Sanctis sono sotto gli occhi di tutti".

Sezione: Primo Piano / Data: Sab 19 aprile 2025 alle 14:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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