+6 sulla nona, 18 risultati positivi su 23, miglior rendimento interno, scontro diretto a favore col Chievo, sempre a segno in casa (tranne nella famosa partita col Pordenone, decisa da Rapuano), salvezza ampiamente in cassaforte con tre mesi d'anticipo nella serie B più complicata degli ultimi 15 anni, sempre nella zona sinistra della classifica dalla prima giornata. Oggi siamo tutti dispiaciuti e arrabbiati per lo scialbo pareggio col Vicenza, soprattutto per come è maturato, ma se ci avessero prospettato questo scenario a settembre avremmo firmato con il sangue. La Salernitana, al netto di questa flessione, sta disputando un grande campionato e lo deve anzitutto allo spirito di un gruppo con valori umani prima ancora che tecnici. Estendendo il ragionamento anche alle dirette concorrenti, il Monza milionario ha appena un punto (e tanti rigori) in più, il Lecce "paracadutato" ha vinto una sola partita negli ultimi due mesi, il Frosinone deve guardarsi alle spalle, la Cremonese da tre anni rischia di retrocedere al netto di investimenti incredibili, la Spal gioca male ed è stata graziata anche oggi dall'arbitraggio, solo l'Empoli è in fuga e si è imbattuta in qualche penalty contro di troppo da quando il Monza è diventata la mina vagante per il primo posto. Tutto questo ragionamento permette di vedere il bicchiere mezzo pieno. Inutile aggrapparsi troppo a tattiche, schemi, dissertazioni filosofiche o alchimie: due rigori sbagliati e il gol regalato al Chievo valgono sei punti in meno, tutti episodi sfavorevoli in cui anche la sorte ha fatto la sua parte. Oggi, con tutti i suoi limiti e con un secondo tempo mediocre, la Salernitana ha avuto cinque nitide palle gol (che giornataccia per Tutino!) e conduceva per 1-0 a 7 minuti dalla fine senza aver subito un tiro in porta. Peccato che Casasola si sia addormentato su Giacomelli e che il vento abbia spiazzato la saracinesca Belec, non irreprensibile. 

Ora, però, con una salvezza in cassaforte e con la consapevolezza di essere la sorpresa tra le grandi, la Salernitana dovrebbe giocarsela. Castori è stato perfetto nella prima fase, consentendo ad una rosa "normale" di rendere nettamente al di sopra delle proprie potenzialità. E nessuno si era creato illusioni: per i primi due posti ci sono altre realtà, ma per i playoff (e sarebbe la prima volta nella storia) i granata ci sono e ci saranno fino alla fine. Adesso l'allenatore non deve intestardirsi con un atteggiamento prudente e rinunciatario e deve trovare l'equilibrio tattico necessario per gettare nella mischia i calciatori di maggiore qualità. In questo organico non possono sempre restare a  guardare Cicerelli e Anderson, tanto per fare un esempio. Dopo lo 0-2 del Monza e con lo scontro diretto tra Spal ed Empoli che avrebbe tolto punti a una delle due ci aspettavamo una Salernitana guerriera, battagliera, coraggiosa, spregiudicata, che mordesse le caviglie a Giacomelli dopo l'1-0 per far capire che "a Salerno non si passa". Invece il 5-3-2 abbottonato e con tanta quantità ha dato coraggio ad un avversario ampiamente alla portata e che ha conquistato un punto col minimo sforzo. Ora doppia trasferta. Contro un Ascoli che, post mercato, è da zona sinistra, e con la Reggiana che aspetterà il cavalluccio con il coltello tra i denti per i noti fatti dell'andata, prima di ricevere la Spal. 270 minuti che riteniamo decisivi, in cui occorrerà scendere in campo col piglio della grande. Poi se andrà male nessuno potrà dire nulla, se non alla società per il mancato arrivo di un bomber. 

Sezione: Editoriale / Data: Sab 13 febbraio 2021 alle 23:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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