C'è chi, sui social, prova a giustificare quanto accaduto a Udine puntando il dito contro Liverani. Reo, a detta di qualcuno, d'aver sbagliato a non inserirlo prima. Come se poi lo stesso giocatore che ha fatto di tutto per andare via e che è stato al centro di numerosi casi sin da luglio, ci sia rimasto male davvero per non aver potuto dare il proprio contributo dall'inizio. Come è possibile? Vede Salerno come un ripiego e oggi ci teneva così tanto ad esserci?

Ormai non c'è più nulla da recuperare o da argomentare: è finita ufficialmente sabato, e senza lieto fine, la storia tra Boulayè Dia e la Salernitana. Quello che voleva abbandonare i colori granata a ridosso della chiusura del mercato portando sul tavolo della dirigenza una offerta inadeguata. Quello che si infortunava in ritiro con la propria nazionale senza che lo staff medico guidato dal dottor Leo riscontrasse problematiche particolari.

Quello che fa gol col Cagliari e non esulta, che non è stato vicino alla squadra nei momenti di difficoltà, che forse pensava di essere così bravo da attirare l'attenzione dei top club europei e che, ad oggi, è stato tra i peggiori per rendimento. Appena 4 gol, uno in meno di Candreva. Che di anni ne ha 37, è un fenomeno per davvero e ha un palmares più prestigioso rispetto ad essere stato una riserva del Villareal.

A questo punto l'auspicio è che possa restare in tribuna fino al termine della stagione, nel rispetto di 650 persone che sono arrivate fino a Udine e verso le quali Dia è stato mancante. Il buon Boulayè guadagna fiori di milioni di euro, ha fornito un contributo nullo in quest'annata e ha il dovere di mettersi a disposizione dell'allenatore che sia dal primo  minuto o al 95'. Condividiamo, dunque, le parole di Liverani e il lavoro del pool di legali che spera di trovare un appiglio al quale aggrapparsi per multarlo e decurtargli lo stipendio.

Sposiamo appieno la presa di posizione pregressa del presidente Danilo Iervolino, la riforma del calcio deve partire soprattutto da questo. Perchè è facile battere cassa, chiedere aumenti e trattamenti di favore dopo un campionato positivo. Oggi la Salernitana ha perso soldi (perchè ha scelto di tenerlo, costruendo attorno a lui l'attacco), lo paga profumatamente e rischia addirittura una sanzione se lo mette fuori rosa: da non credere.

E' tempo che i contratti prevedano clausole anche a favore delle proprietà, tali da far capire a questi signori - discorso generale - che ci vuole rispetto per il pubblico, per i tifosi, per chi sborsa cifre importanti, per i compagni di squadra, per l'allenatore, per un direttore sportivo che ha provato a catechizzarlo in tutti i modi. E perchè non immaginare un Dia in tribuna anche in B e fino a scadenza di contratto?

Sezione: Editoriale / Data: Mer 06 marzo 2024 alle 14:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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