Diciamo la verità: se avessero detto lunedì mattina che la Salernitana avrebbe conquistato sette punti in queste tre partite ravvicinate avremmo tutti firmato ad occhi chiusi. Non solo: chi avrebbe mai immaginato, dopo il ko interno col Torino, che i granata si sarebbero ritrovati fuori dalla zona retrocessione a 180 minuti dalla fine? Proprio per questo, pur profondamente e sinceramente dispiaciuti per il gol segnato dal Cagliari quasi al centesimo minuto, diciamo che calciatori, allenatore e società vanno soltanto applauditi. Questa Salernitana sta sudando e onorando la maglia, combatte su tutti i palloni, morde le caviglie agli avversari e, quando segna, è quasi commovente vedere l'esultanza di tutti. Uno spogliatoio granitico che sta facendo la differenza, merito anche dell'ambiente e di ogni singolo tifoso che ha saputo trasmettere senso d'appartenenza, motivazioni, spinta, entusiasmo, energie e coraggio. Non è assolutamente un caso che la crisi casalinga di risultati si sia interrotta ora che l'Arechi ha deciso di fare...l'Arechi. 75mila spettatori in tre gare è roba da squadra che lotta per l'Europa, i sette punti conquistati sono soltanto la logica conseguenza dell'apporto fondamentale del dodicesimo uomo. Siamo certi che ad Empoli sarà come giocare in casa, mai come ora tutti devono mettere da parte l'amarezza per la rete di Altare e proiettarsi alla prossima trasferta che potrebbe regalare la salvezza matematica se il Cagliari poi non battesse l'Inter. Sotto questo aspetto riteniamo grave che non sia prevista la contemporeaneità. Ok le televisioni, ma i nerazzurri rischiano di affrontare i sardi con residue chance di agganciare in vetta i cugini azzurri. E il Cagliari potrebbe approfittarne.

Per fortuna, come detto, la Salernitana resta artefice del proprio destino e oggi, fosse finita 0-0, tutti avrebbero parlato di pareggio giusto e assolutamente utile. Così fa male, ancor di più dopo il rigore prima dato e poi revocato: lo stadio era letteralmente esploso, la panchina era quasi in lacrime e si aspettava il triplice fischio come la mezzanotte a Capodanno. Sul più bello il sogno è stato infranto, ma non è mica finita qua! Ogni componente, stampa compresa, ora deve aiutare la Salernitana ed avere la consapevolezza che si può dare veramente un contributo notevole. Anche solo con un articolo di incoraggiamento, un applauso dagli spalti, un commento positivo sui social. Se volessimo invece soffermarci sull'aspetto tecnico, altra prestazione assolutamente positiva di Gyomber, Radovanovic e Mazzocchi. Prove di altissimo livello a cospetto di calciatori che, sulla carta, dovevano ambire ad obiettivi diversi. Fisiologico passo indietro per Ederson e Lassana Coulibaly, mentre questo Verdi appare superiore ad un Bonazzoli leggermente in calo e poco incisivo da subentrante anche con l'Atalanta sei giorni fa. Non ha convinto in pieno nemmeno qualche scelta di Nicola che, da tempo, decide di chiudere il match non con una punta fisica ma con un trequartista e un attaccante rapido ma leggero. In questo modo si regala campo all'avversario, evidentemente quanto accaduto a Bergamo non è stato approfondito a sufficienza. Ogni volta che esce Djuric, la Salernitana soffre e il risultato viene ribaltato. E' un dato di fatto, solo la gara con la Fiorentina ha detto qualcosa di diverso. E' definitiva la bocciatura di Mikael? Dopo tre mesi questo ragazzo non può fare nemmeno 15-20 minuti in un periodo così intenso? Ne riparleremo quando sarà il momento: per ora rinnoviamo l'appello affinché si smaltisca l'amarezza e ci si proietti da subito alla gara del Castellani. Un anno fa, alla penultima, i toscani portarono fortuna. Che la storia si ripeta. Salerno lo merita.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 09 maggio 2022 alle 00:00
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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