Premessa: aspettarsi di più contro una corazzata, a San Siro e con qualche titolare indisponibile era impossibile. Questa squadra è in involuzione da oltre un mese e certo non era preventivabile un colpaccio al Meazza contro un Inter stanca, ma ringalluzzita dall'impresa sfiorata al Camp Nou. Tutto sommato, per un'ora, la Salernitana ha disputato una discreta partita creando tre occasioni interessanti per segnare e prendendo gol a causa di errori individuali che rischiano di minare il lavoro settimanale. Non condividiamo, però, alcuni commenti quasi trionfalistici. Per quanto investito e dopo un anno e mezzo di rodaggio, non ci si può accontentare di qualche giocata individuale che sta coprendo le lacune del gioco e dello schieramento tattico di Nicola. Anche l'atteggiamento a tratti è stato rivedibile. L'ultima mezz'ora, con i nerazzurri palesemente rilassati e in modalità gestione, doveva essere contraddistinta da un assedio, invece è stata una manovra a rilento e senza quel furore agonistico che i seimila presenti avrebbero meritato. Sono loro i veri vincitori di questa domenica, pubblico fantastico che in campo esterno potrà dare una grossa mano soprattutto quando le avversarie saranno meno competitive.

Fatto questo chiarimento, rimarchiamo che le nostre riflessioni non possono nascere - e non nascono - dal 2-0 di oggi, ma sono generali. Anzitutto sul valore effettivo della rosa. Bradaric è oggetto misterioso, dopo tre mesi Valencia e Sambia sono fermi a zero per quanto riguarda le gare da titolari, Botheim è quarta scelta in attacco, Pirola non convince e l'ingresso di Daniliuc in difesa coincide con un crollo generale del pacchetto arretrato. Lo dicono i numeri, non si tratta di una bocciatura prematura. Siamo certi che con 40 milioni di euro non si potesse far meglio? In fondo bastava riconfermare Ranieri e uno tra Ruggeri e Zortea per risparmiare soldi e avere a disposizione una alternativa agli esterni titolari. Se Mazzocchi resta costante ed è una certezza, Candreva rischia di "vivere di rendita" per il nome di spessore che, però, ad oggi ha inciso poco. Colpa della gestione e della collocazione tattica? Per Nicola no. Ad ogni modo, proiettandoci a gennaio, per molti tifosi serve un portiere, la difesa invece ha tanti giovani di prospettiva che non possono essere bocciati dopo 10 giornate, ma necessitava anche di un innesto esperto dopo gli 80 gol incassati l'anno scorso. A centrocampo numericamente la coperta è corta e Bohinen non va caricato di eccessive responsabilità. Anzi, siamo curiosi di vedere se renderà allo stesso modo senza l'Ederson di turno al suo fianco. Ha convinto, invece, Kastanos, calciatore di qualità che deve essere preso in considerazione più spesso e non solo quando l'emergenza è totale. Visto questo Vilhena, sarebbe assurdo metterlo fuori sabato pomeriggio. E' tempo che Nicola trovi l'abito giusto per una rosa forse sopravvalutata, certamente incompleta, ma che non ha reso per quanto la società s'aspettava. E ora è d'obbligo battere Spezia e Cremonese, altrimenti si fa dura.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 17 ottobre 2022 alle 00:00
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
vedi letture
Print